Tag

psiche

Browsing
-      Lato infantile 
-      Elisir di giovinezza
-      Controsensi e società 
-      Maschere
-      Giudice interiore
-      Smascheriamoci

Lato infantile

Il nostro lato infantile può salvarci! Si proprio così, ed è anche facile capire il perché!Elisa Sergi

Mi è venuta l’ispirazione per scrivere questa riflessione in seguito ad un episodio accaduto domenica al parco. Ero in compagnia di un’altra mamma, ci siamo messe in coda per far salire le nostre bimbe su una giostra, particolarmente divertente per entrambe. Scese le bambine, abbiamo pensato bene di salirci anche noi. Ecco, appena salite, siamo tornate un po’ bambine, era troppo divertente, ci siamo lasciate andare, liberando, senza troppe maschere, il nostro lato infantile.
Tutto, sotto gli occhi attoniti di diverse persone che forse non approvavano tale giocosità, da parte di due mamme.

Perciò la mia settimana si è aperta con questa riflessione:

Perché ci teniamo così tanto a nascondere (a volte anche a soffocare) il nostro lato infantile?

Elisa Sergi lato infantileNascondiamo il nostro lato infantile perché temiamo che possa metterci in cattiva luce, non solo con gli altri, ma anche con noi stessi. Abbiamo paura di mostrare questa parte di noi, perché crediamo erroneamente che questo faccia vacillare la nostra immagine, costruita con anni e anni di sacrifici.
Madri diligenti, mogli integerrime, serie professioniste, donne e uomini tutti d’un pezzo, non possono cedere a comportamenti infantili, sennò perderebbero parte della loro reputazione.

Partiamo dall’inizio. Perché non è visto di buon occhio il nostro lato infantile? E’ come se la gioia, il divertimento e la spensieratezza fossero solo ed esclusivamente appannaggio dei bambini. Una volta divenuti adulti, con responsabilità, impegni e maturità,  è come se questi aspetti dovessero, per forza tacere o peggio ancora cessare, come se avessero un influsso negativo sulle nostre vite.
Ciò è frutto di un antico retaggio, duro a morire, che la società continua ad avvallare.

Elisa Sergi lato infantileSiamo stati catapultati, nostro malgrado, in un mondo che ci insegna a stare in determinati binari con rigidi schemi comportamentali, reprimendo la nostra emotività. Perché ahimè l’essere adulto, in questa mentalità retrogada condivisa, consiste nell’abbandonare tutte le nostre velleità fanciullesche, per fortificarsi in altre aree, quella professionale e relazionale. Paradossalmente è la cosa più deleteria che si possa fare. Tralasciare, occultare, soffocare e censurare il nostro lato infantile, è controproducente perché mina il nostro stato psicologico.

Elisir di giovinezza

Benefici del nostro lato infatile

Elisir di giovinezzaPerché è giusto valorizzarlo? Perché è in grado di far sviluppare molte cose tra le quali la nostra produttività e soprattutto la nostra creatività.. come diceva Einstein: "La creatività è l'intelligenza che si diverte". Con questo lato infatile è possibile avere una visione del mondo più a colori, ci dona una freschezza e un entusiasmo capace di appassionarci. Mantenere e coltivare questo lato infantile, vuol dire riuscire a cogliere il bello nelle cose, anche le sfumature più semplici.Valorizzare questo aspetto infantile, che ognuno ha, vuol dire sviluppare parte della nostra personalità, quella più spontanea, più fresca, legata alla gioia e alla leggerezza. Non scambiate mai la leggerezza con la superficialità! Sono cose ben diverse.il lato infantile viste le sue caratteristiche aiuta nella nostra sfera relazionale, veicolando una comunicazione meno filtrata, più semplice, senza sovrastrutture, quindi più mirata e efficace nell'instaurare legami ed empatizzare. Una potente risorsa che ci permette di riscoprire le cose sotto la loro angolatura più positiva, con passione ed entusiasmo. Questo è importante nella vita affettiva ma anche nella vita professionale, poiché apre la mente a visioni innovative e con un ampio spettro. Una visione ottimistica, quasi fantastica, dove l'immaginazione non viene soggiogata alle rigide regole adulte, ma può esser capace di dare i suoi frutti. La curiosità è un aspetto importante che è alla base di questo lato infantile. La spinta verso la comprensione delle cose, la curiosità che può essere il volano per creare qualcosa di grande. La creatività è la più grande spinta naturale che abbiamo e che purtroppo non viene abbastanza sostenuta nei bambini. I bambini hanno per natura un pensiero divergente che fa loro dare innumerevoli soluzioni per un problema e questa è una risorsa che da adulti spesso perdimo. Perciò mantenere forte il nostro lato infantile vuol dire essere più ... sia nelle relazioni sia nella vita professionale.Invece di boicottare il nostro prezioso lato infantile, sarebbe utile per la nostra salute psicofisica valorizzarlo e svilupparlo nel modo corretto.
Ancora dei dubbi? Questo prezioso alleato, è in grado di far sviluppare molte cose tra le quali la nostra produttività e soprattutto la nostra creatività. Come diceva Einstein: “La creatività è l’intelligenza che si diverte”. Con il nostro lato infatile è possibile avere una visione del mondo a colori,  esaltandone tutte le sfumature. Esso è in grado di donare freschezza, entusiasmo, passione  verso le cose e le situazioni più semplici, più banali. Mantenere e coltivare questo lato, vuol dire riuscire ancora a cogliere il bello delle cose, anche i dettagli più comuni.

Il mio consiglio è quello di non soffocare, ma accettare e promuovere il bambino che c’è in noi. Questo vuol dire sviluppare parte della nostra personalità, quella più spontanea, più fresca, legata alla gioia e alla leggerezza. Non scambiate mai la leggerezza con la superficialità! Sono cose ben diverse.
Provare per credere! Vi renderete conto come il lato infantile aiuti nella  sfera relazionale, a veicolare una comunicazione meno filtrata, senza sovrastrutture, più mirata ed efficace a instaurare legami. Una potente risorsa che ci permette di riscoprire le cose sotto la loro angolatura più positiva, con passione ed entusiasmo. Questo è importante nella vita affettiva ma anche nella vita professionale, poiché apre la mente a visioni innovative e con un ampio spettro. Una visione ottimistica, quasi fantastica, dove l’immaginazione non viene soggiogata alle rigide regole adulte, ma può esser capace di dare i suoi frutti. La curiosità è un aspetto importante che è alla base di questo lato infantile. La spinta verso la comprensione delle cose, può essere il volano per creare qualcosa di grande. La creatività è il più grande input che abbiamo e che purtroppo non viene abbastanza valorizzato. I bambini hanno per natura un pensiero divergente che fa loro dare innumerevoli soluzioni per un problema e questa è una risorsa che da adulti spesso perdiamo. Mantenere forte il nostro lato infantile può aiutarci in ogni ambito della nostra vita.

Controsensi della società

La voglia dell’eterna giovinezza e le relative maschere

Elisa Sergi lato infantileViviamo in una società ossessionata dall’eterna giovinezza, con un’ansia legata all’invecchiamento che fa la fortuna di chirurghi plastici, centri estetici e palestre. Vogliamo tutti rimanere giovani, belli, in forma, scongiurando rughe e vecchiaia. L’insicurezza e la non accettazione del proprio corpo, omologa donne e uomini a stereotipi di bellezza, (del tutto opinabili), livellandoli con precisi requisiti.  Capite bene, che tutto ciò si scontra con il desiderio di nascondere il nostro lato infantile, come fosse qualcosa di cui vergognarsi. Uno dei più grandi controsensi che possa esistere. Perché tutto questo?

Per la paura di essere giudicati! La società, i nostri genitori, gli amici, il partner, persino noi stessi ci incaselliamo sterilmente in ruoli già preconfezionati e standardizzati. Ruoli fissi che non lasciano spazio, al nostro lato bambino, istintivo, naturale, gioioso e spensierato. Temiamo che la nostra immagine venga terribilmente compromessa. Ed è vero… se viviamo senza il filtro della censura, quello che trasmettiamo a noi stessi e agli altri, è una figura più sfumata, con contorni meno netti e meno identificabili che può scompensarci. E questo spaventa, in primis noi, e poi agli altri… Non identificare, catalogare, etichettare, ci destabilizza, non riuscire ad agguantare una definizione non ci rende sicuri. L’obiettivo quindi è avere una spiegazione per tutto, anche per cose che non possono averla.

Elisa SergiPer quanto mi riguarda è tutta la vita che cerco di definirmi, e ancora non ci sono riuscita. In molti mi hanno etichettata in diversi modi, chi per gli aspetti legati alla mia personalità, chi per il lavoro che faccio, chi per il mio aspetto fisico, io stessa ho cercato invano di farlo… fortunatamente non ci sono riuscita. In molti si identificano in quello che è il loro lavoro, o il proprio ruolo familiare. La nostra essenza è molto più ampia, prende caratteristiche da tanti aspetti della nostra vita, della nostra psiche, dai nostri desideri, dai nostri bisogni. Definirsi è difficile, perciò quando chiedono di farlo non mi piace mai. Un tremendo bisogno di identificazione e di uniformarsi agli altri, che ci fa indossare maschere su maschere. Un tempo le maschere erano psicologiche adesso sono anche fisiche e manifeste. Pensate alla chirurgia estetica, in quante persone si cambiano i connotati per identificare loro stesse, a canoni estetici imposti dalla società e da un concetto di bellezza pressoché standard.
Invece la vera bellezza è la diversità, la differenza, l’unicità, l’intelligenza.

Maschere

Tutti le indossiamo!

Elisa SergiTutti portiamo maschere. E’ un meccanismo che ci salvaguarda da situazioni equivoche che reputiamo pericolose. Perciò per certi aspetti la maschera aiuta a destreggiarsi in diversi aspetti della vita. L’aspetto negativo è quando la maschera prende il sopravvento su di noi, portando a negare i nostri aspetti più naturali e positivi. Una maschera quindi è l’immagine che vogliamo dare al mondo e dietro la quale ci nascondiamo. La maschera quindi nasconde diversi conflitti, uno su tutti, quello del controllo e della libertà che sono ai poli opposti. La maschera ha la funzione di offuscare le frustrazioni, i timori, il dolore, la rabbia, la mancanza di soddisfazione e di gratificazione.

Le maschere sono i nostri meccanismi di difesa, che cercano di controllare le nostre emozioni/pulsioni/desideri, e nello stesso tempo ci imprigionano in schemi rigidi autolimitanti con un medesimo copione, che mettiamo in atto continuamente.

Maschere indossate anche inconsciamente, per l’ansia di non essere accettati, amati, riconosciuti, di rimanere da soli o di essere discriminati. Siamo impressionati dalle nostre ombre, abbiamo paura di lasciarci andare e di manifestare al mondo che a volte le nostre responsabilità sembrano troppo grandi, troppo impegnative e vorremmo abbandonarle. Desideriamo salvarci e vorremmo che qualcuno lo facesse.

Giudice Interiore

Severo controllore

Elisa SergiLe maschere sono create dal nostro Giudice interiore. Questo controllore psichico è frutto di esperienze e di vissuti che ci portiamo dietro sin dall’infanzia. Subendo esperienze negative, e non potendo modificare l’ambiente esterno, cerchiamo di adeguarci, modificando le nostre riposte, modulando e manipolando noi stessi. Tutto ciò, che appartiene alla nostra parte più istintiva e più profonda, viene man mano che cresciamo censurato e giudicato inaccettabile, per questo relegato segretamente dentro di noi. Non possiamo liberare la nostra parte più profonda, quella legata alla nostra vera natura, altrimenti per noi ci sarebbero punizioni, umiliazioni e frustrazioni. Questo giudice da una parte rende la nostra vita socialmente consona alle regole e ad uno stile di vita il più pacato possibile, dall’altro ci impedisce di manifestare in pieno la nostra vera natura, limitandoci fortemente in quelle che sono le nostre azioni e le nostre emozioni. Un senso di malcontento generale, impotenza, costrizione, insoddisfazione, apatia, noia, in certi casi anche depressione. Queste sono alcune emozioni dovute al sopravvento del nostro giudice interno, che si adopera per non far perdere l’equilibrio dello status quo.

Elisa SergiSpesso questo conflitto tra la nostra vera natura e il nostro giudice interno crea ansia. Ansia legata a quello che desideriamo fare o essere e quello che la società e le nostre regole morali ci impediscono. Come risolvere questo contrasto? Domanda da un milione di dollari!! Se ci abbandonassimo alle nostre pulsioni, ai nostri desideri, lasciando le nostre maschere, poi dovremmo fare i conti con le tutte le conseguenze del caso.
Tutto sta nel capire se ne vale davvero la pena.

E se facessimo tacere il nostro giudice interiore?  Come se fosse facile!
Non è semplice togliersi la maschera. C’è la paura di non piacere, la paura dei giudizi e la paura di provare emozioni negative. L’ansia anticipatoria è legata al presunto pericolo nel far tacere il nostro giudice, smascherandoci. La nostra esperienza in tal senso, ci ha insegnato che certi  impulsi, certe azioni legate ai nostri desideri, possono essere fortemente pericolose per la nostra psiche. Punizioni, critiche, giudizi, disapprovazione, umiliazione, vergogna e senso di colpa. Si salvi chi può!

Smascheriamoci 

Facile a dirsi, meno a farsi

Elisa SergiLe maschere spesso includono anche la percezione che abbiamo di noi stessi, del nostro aspetto fisico, del nostro aspetto psichico. Spesso confondiamo quello che realmente siamo con quelle che sono le nostre maschere. Arriviamo perfino a pensare di essere le nostre stesse maschere. Perché vogliamo dare a noi stessi e a gli altri una stabile immagine di noi, quando nella vita ho capito che non c’è niente di stabile, è tutto un moto perpetuo.

Si crea nella nostra mente una situazione di dualità tra bene e male, buono e cattivo, giusto e sbagliato, in cui il nostro giudice sentenzia in maniera netta una data situazione. Quindi la scelta spesso è fortemente condizionata da una serie di emozioni legate all’ansia di sbagliare con tutte le conseguenze del caso.
Questo conflitto, se forte e esasperato,  si può anche manifestare a livello psicofisico, facendoci ammalare. Stupido pensare che mente e corpo siano divisi. Ci ammaliamo a livello psicofisico, ormai chi non capisce questo non ha capito un bel nulla!

Elisa SergiMa quale è la strada giusta da percorrere? Siamo sempre alla ricerca della perfezione, di fare la cosa più giusta e saggia rispetto alla situazione, per farci sentire corretti e apprezzati. Ma a volte dimentichiamo che è il nostro giudice interno a decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Forse provando a risolvere e andare oltre i nostri conflitti passati, quelli che ci intrappolano in dinamiche dualistiche di giusto/sbagliato. Ricercare le nostre vere inclinazioni, assumerci la responsabilità di andare oltre il nostro giudice interno, esprimendo il nostro potenziale in maniera naturale, a seconda delle situazioni e delle emozioni del momento.
Cosa vogliamo davvero? Di cosa abbiamo paura? Cosa perdiamo? Cosa guadagnamo a rimanere fedeli alle dinamiche del nostro giudice?

La consapevolezza di questi meccanismi è già un bel passo in avanti. Riconoscere le nostre emozioni, ciò che davvero proviamo, abbandonare il rigido controllo e decidere liberamente se è il caso di agire o solo di rimanere nella consapevolezza del nostro stato. Capire quello che la situazione ci suscita, senza farsi suggestionare da altre forze che siano esterne o interne.
Capire il lavoro del nostro giudice, osservarne le dinamiche e prenderne le distanze. Capire i sintomi specifici scaturiti da questo conflitto: ansia, stress, senso di oppressione, sensi di colpa, vergogna, confusione.

Elisa SergiAllenarsi ad ascoltare le nostre emozioni e attendere il momento migliore per agire. Non si tratta di boicottare il nostro giudice interno ma di estendere i nostri orizzonti oltre gli schemi delle regole autoimposte.
Confrontarsi con il nostro giudice, instaurando una relazione di scambio, proficua e paritaria, senza gerarchie di ruoli, forse così potremmo destreggiarci per cercare di avere un buon equilibrio.
Accettare il dolore, i fallimenti, le insoddisfazioni e tutte le nostre imperfezioni senza giudicarsi troppo severamente.

Consapevolezza, volontà, forza, determinazione, accettazione e pazienza.
Ottimi spunti per iniziare a calmare le acque dentro di noi.

➡  La natura del sogno
➡  Sogno e neuroscienze
➡  Ricordare il sogno
➡  Interpretare il sogno
➡  Freud e la sua teoria 
➡  Conclusioni

La natura del sogno

Il sogno è qualcosa di totalmente nostro, “materiale mentale” che produciamo ogni notte. Nel precedente articolo ho parlato ampiamente dei benefici che sognare ha sulla nostra psiche, sia a livello conscio sia a livello inconscio. Il sogno agisce come terapia per la nostra mente.

Per sapere tutti i benefici del sogno Leggi qui

Nella fase REM il sogno solleva la nostra mente dallo stress, e dai traumi di varia natura che accumuliamo durante il giorno, mentre tutto il nostro corpo è rilassato.
I contenuti emotivi vengono abilmente rielaborati in un ambiente sicuro e tranquillo. Nel sogno abbiamo la sicurezza di non compiere azioni delle quali potremmo pentirci, possiamo fare tutto quello che il nostro inconscio ci sussurra. Possiamo liberamente dare sfogo a tutte le nostre pulsioni, desideri più proibiti, lontano da raziocinio e moralità.
Esperienze positive o negative, belle o brutte, nel sogno hanno un effetto quasi “catartico”.

Interpretare i sogni è una cosa affascinante, si può entrare in un universo nel quale la ragione, la logica, la razionalità non sussistono, ma lasciano spazio ad emozioni, pulsioni e desideri.

Sogno e neuroscienze

Elisa Sergi blogGrazie ai diversi strumenti nel campo delle neuroscienze, abbiamo potuto studiare quello che succede nel nostro cervello durante il sogno. Tomografia a emissione di positroni e risonanza magnetica, sono tecnologie in gradi di visualizzare il funzionamento del cervello umano. I ricercatori hanno studiato come il cervello in una prima fase, riordini le informazioni apprese durante il giorno e in una  seconda fase come le elabori per collegarle a contenuti già esistenti in memoria.

Il nostro cervello nel sonno, è in grado di ordinare il complesso meccanismo della memoria, immagazzinando le nuove informazioni apprese durante il giorno. Nella fase del sonno profondo si sviluppano nuove sinapsi, che elaborano i contenuti archiviati. Gli studiosi ipotizzano che con questo meccanismo si formi la memoria a lungo termine. Come si capisce bene, la qualità del sonno in questo caso è fondamentale alle nostre funzionalità cognitive.

Neurologicamente parlando, i sogni sono il riassunto dell’attività cerebrale, che è in continua elaborazione e che non si ferma mai. Psicologicamente parlando i sogni rappresentano la proiezione più intima e profonda dei contenuti quotidiani che affrontiamo in maniera logica e razionale. Il sogno in questo caso aiuta una maggior consapevolezza dei nostri stati emotivi e conseguentemente della nostra situazione psichica.

Ricordare il sogno

Elisa Sergi blogMolte persone pensano di non sognare, questa è una falsa credenza, infatti sognamo eccome e lo facciamo più volte in una stessa notte. Le persone che raccontano di non sognare, vuol dire che non si ricordano i sogni. in effetti non è così banale la faccenda. Spesso abbiamo dei barlumi di ricordi, altre volte appena svegli il sogno lo ricordiamo bene, poi come per magia svaniscono i particolari fino a quasi non ricordarlo più. Persino quando il sogno è chiaro e lo stiamo raccontando ci sembra che qualcosa ci sfugga e sicuramente qualche particolare ce lo siamo persi davvero. Inoltre diamo per scontato che sia semplice tradurre a parole, emozioni e sensazioni provate nei sogni, ma ciò non lo è affatto! Alcune volte sappiamo di aver sognato ma proprio non riusciamo a ricordare il contenuto del sogno.

E’ più semplice ricordarsi il sogno la mattina al risveglio, anche se alcuni sogni rimangono particolarmente in memoria perché ci coinvolgono emotivamente. Atre volte invece può capitare che alcune cose o situazioni durante il giorno siano in grado di farci ricordare il contenuto del sogno, altrimenti dimenticato.

Per ricordare i sogni sarebbe utile andare a letto con la volontà di voler ricordare il sogno al mattino seguente. Il momento del risveglio è molto importante in quanto, in quel momento il ricordo, può tornare alla memoria più facilmente. Perciò sarebbe opportuno avere un risveglio il più possibile calmo, tranquillo, una volta aperti gli occhi, rimanere fermi e concentrarsi sul ricordo, focalizzando cosa abbiamo sognato. Non è un processo immediato, ci vuole un po’ di tempo e un piccolo sforzo di memoria, però ne vale davvero la pena.

Una volta ricordato il sogno, trascriverlo subito su un diario, cercando di scrivere ogni dettaglio anche quello più insignificante.Elisa Sergi blog

Interpretare il sogno 

  1.  Scrivere il proprio sogno possibilmente su un diario, meglio se lo teniamo sul comodino o vicino al letto.
  2.  Appuntare tutte le sensazioni e i dettagli del sogno;
  3.  Evidenziare i contenuti a noi rilevanti che predominano nel sogno;
  4.  Rileggere lo scritto e trascrivere le emozioni provate in sogno;
  5. A questo punto possiamo provare ad estrapolare una nostra interpretazione, provando ad usare le “libere associazioni” (vedi sotto).
    Rileggendo le cose evidenziate, iniziare a verbalizzare le prime cose che ci vengono spontanee, pensieri, ricordi, emozioni, tutto quello che ci salta in mente.
  6. Concedersi del tempo per riflettere  sui diversi  significati attribuibili al sogno, spesso sono molteplici, come molteplici sono gli aspetti di noi stessi.
  7. Per approfondire questa tematica, oltre a seguirmi sul mio profilo Instagram, nel quale esamino alcuni significati di sogni più ricorrenti, rivolgersi ad uno specialista, psicologo, psicoterapeuta, psicanalista per sedute dettagliate di interpretazione del vostro materiale onirico.
Libera associazione 
Tecnica Freudiana che consiste nel verbalizzare e riferire ogni pensiero, parola, emozione, 
sensazione, desiderio o impulso che venga in mente durante la seduta, 
facendo esprimere il paziente liberamente, senza la minima censura, senza il minimo 
controllo. Questo al fine di cercare di portare alla mente qualche dato dell'inconscio.

Freud e la sua teoria 

Elisa Sergi blogFreud ha avuto il grande merito di far conoscere l’importanza del sogno e della sua interpretazione. Già nella Grecia antica, si dava grande risalto al sogno, ma secondo Freud non vi era un teoria completa ed esaustiva che spiegasse “la teoria del sogno”, così ne ha creata una lui.

Durante il sogno l’inconscio libera le sue rappresentazioni, frutto di pulsioni e desideri repressi spesso non consapevoli. Sono il più delle volte contenuti inaccettabile per la nostra sfera razionale. Per Freud nel sogno vi è una specie di sdoganamento di forze primitive e potenti che sono inibite dalla nostra logica, razionalità e soprattutto dalla nostra morale.

Per Freud ci sono due tipi di contenuti. Un contenuto manifestociò che ricordiamo e al quale possiamo dare un’interpretazione. E un contenuto latente, che racchiude al suo interno elementi celati e mascherati.

Attraverso l’interpretazione analitica degli elementi dell sogno, secondo Freud è possibile giungere a ricostruire quei contenuti inconsci che, in nessun altro modo , potrebbero essere riconosciuti.

Le leggi che regolano i sogni

Secondo Freud ci sono 5 leggi che regolano la formazione del contenuto manifesto di un sogno. Queste leggi sono usate anche per capire e decifrare il contenuto latente del sogno.Elisa Sergi blog

  1. Condensazione: idea, immagine del sogno fusa insieme con vari pensieri.
  2. Spostamento: processo per cui la carica emotiva è separata dal suo oggetto reale ed è riferita ad un oggetto differente.
  3. Drammatizzazione: in cui i pensieri e le emozioni alla base dei sogni si presentano in successione densa e movimentata, molto più amplificata.
  4. Simbolizzazione: consiste nell’utilizzo da parte dell’inconscio di simboli sostitutivi delle cose.
  5. Rappresentazione per l’opposto: si verifica nel momento in cui ci si risveglia, cioè quando la censura, rientrata in azione con tutte le sue forze, ostacola il ricordo della trama del sogno.

Conclusioni

Ricordare i sogni è l’unico modo per poterli interpretare, non è però così semplice ricordarsi quello che sognamo durante la notte. E’ una questione di allenamento, volontà e predisposizione.
A volte durante un sogno siamo consapevoli che stiamo sognando e abbiamo quasi una percezione di noi stessi ultraterrena, ovvero ci vediamo durante il sonno, in altri casi il sogno appare assolutamente come reale.

Elisa Sergi blogMi viene in mente lo spot di un noto analgesico per l’influenza che dice: “sembra incredibile ma i sintomi dell’influenza femminile e maschile sono gli stessi”. Ecco a parte lo stereotipo sessista a cui ormai siamo tristemente abituati e che tralascio di commentare, per quanto riguarda il materiale onirico,  non è così. Infatti c’è una grande differenza tra i due sessi. E’ stato possibile osservare questo dato grazie a strumenti specifici usati nell’analisi dell’attività cerebrale. Nel sogno durante la notte, si attivano nei due sessi, connessioni diverse. Noi donne tendiamo a fare sogni più intimi, incentrati più sul nostro profondo, sognamo situazioni personali, emozioni intense, mentre nell’uomo è più frequente che il contenuto sia riferito a situazioni esterne, leggermente più distaccate, quasi osservatori non coinvolti.
Nei bambini i sogni sono spesso una rielaborazione di quello che è successo durante il giorno, per questo è opportuno non stimolarli troppo la sera prima di andare a letto.

Insomma i sogni sono il frutto dei nostri vissuti, delle nostre esperienze che vanno a intrecciarsi con stati emotivi, desideri, pulsioni, paure e quant’altro. Il sogno è un mezzo meraviglioso in grado di aiutarci attivamente sia perché ci libera sia perché ci rende consapevoli della nostra situazione psichica.