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Perché per i regali di Natale è meglio puntare sulla qualità

Tu mamma preferisci far scartare al tuo bambino tantissimi regali di natale, pacchi e pacchettini o far scartare solo un dono?

Io, sono dell’idea che meno regali di natale ci sono sotto l’albero e meglio è per i nostri bambini. Infatti, secondo il mio punto di vista (non solo il mio), che è avvallato dalla comunità di pedagogisti e psicologi infantili, sommergere i bambini di regali da scartare, non è un’azione molto educativa. E in questo articolo sono pronta a spiegarvi il perché.

ADDIO CREATIVITA’

Secondo vari studi pubblicati in letteratura, esagerare con i regali di natale è altamente sconsigliato, in quanto il rischio non è solo che i regali non vengano apprezzati e lasciati da una parte,  ma è anche quello di compromettere la creatività del bambino.

Riempire la camera di giochi, magari anche poco stimolanti, come peluche o altri oggetti poco usati, fa crescere nel bambino la mentalità consumistica, usa e getta, che è assolutamente controproducente su diversi fronti. Le camerette che si vedono, sono quelle di bambini, saturi di qualsiasi gioco sul mercato, anche il più banale e inutile, sono infatti tutti oggetti che non verranno presi in considerazione dal bambino, che sicuramente si diverte di più aprendo il cassetto di cucina e giocando con gli utensili per cucinare. Questa è la mia esperienza e quella di tante mamme come me per quanto riguarda i regali di natale.

MA COSA E’ LA  CREATIVITA’ ?

Creatività è un termine che indica genericamente l’arte o la capacità cognitiva della mente di creare e inventare; tuttavia esso può prestarsi a numerose interpretazioni e significati.
«La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti.»
(Sigmund Freud)
«La creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte.»
(Albert Einstein)
«La creatività è mettere in connessione le cose…»
(Steve Jobs)

tratto da WIKIPEDIA 

Un altro aforisma sulla creatività di Einstein che mi piace è questo: “La creativitànon è altro che intelligenza che si diverte”. Non è una stanza piena di giochi che è in grado di sviluppare la creatività di un bambino, anzi…

Uno studio molto interessante pubblicato da Infant Behavior and Development, presso l’Università di Toledo ha dimostrato che avere un numero minore di oggetti a disposizione, sviluppa maggiormente la creatività. In questo caso il bambino,  sarebbe più stimolato a provare ogni possibile uso di quel determinato oggetto, piuttosto che averne tanti a disposizione. Anche i giochi super interattivi, con luci, suoni e colori, non andrebbero bene, a quanto pare. Quindi comprare sempre nuovi giochi, in questo caso regali di natale, non è una strategia vincente nello sviluppare la creatività del bambino. Infatti i bambini, contrariamente a noi adulti, non hanno il concetto “nuovo meglio del vecchio”. Per un bambino, un gioco consumato, alterato o rotto non è un articolo da cestinare, loro non hanno questo concetto, ma piuttosto lo vedono come una cosa che cambia, mutando nella forma e nel colore e aprendo a innumerevoli possibilità di scoperta.

RITORNO AL PASSATO

Dopo il boom degli anni 80-90 dei giochi in plastica, interattivi con luci e suoni, i vecchi giocattoli sono stati archiviati, perché si pensava superati e datati, non più adatti a stimolare la fervida mente del bambino. Perciò il trend dei regali di Natale subì una forte svolta. Oggi giorno abbiamo scoperto che non è affatto così, anzi potremmo dire che è il contrario. I classici giochi di legno, o le costruzioni ad esempio, sono ausili utilissimi per stimolare la fantasia e la creatività. Ci sono prove tangibili che essi possono rappresentare validi ausili per accrescere le competenze dei nostri bambini, e questo a discapito di tanti giochi considerati super stimolanti, ma che in realtà, lasciano il tempo che trovano.

POCHI GIOCHI PER VOLTA

Dice ci sia ancora la crisi, ma girovagando per il centro di Firenze, non ho potuto fare a meno di notare innumerevoli persone con pacchetti, pacchettini e shopper, usciti dai numerosi negozi. Gli store di giocattoli in cui sono entrata, erano sempre pieni, con tanto di coda alle casse, il che vuol dire, che anche in tempo di crisi, i genitori, spendono ugualmente in regali di natale per i loro bambini. Ed è giusto così, basta non esagerare e non farsi prendere la mano.

Tutti coloro che sono a favore della quantità, non capiscono che ricevendo tanti regali di Natale, il bambino finisce inevitabilmente per sentirsi sovrastimolato, conseguentemente perderà interesse verso la maggior parte dei doni, anche se apprezzati e desiderati da tempo.

La scelta migliore sarebbe quella di dilazionarli nel tempo, quindi non solo per Natale ma per il compleanno e magari per qualche altra ricorrenza speciale o per premiarlo saltuariamente quando è stato bravo.

Con un numero di giochi limitato, ogni bambino così riesce in maniera ottimale a stabilire una relazione con l’oggetto, sfruttandone ogni suo uso.

L’ ETA’ CONTA

A seconda dell’età, il bambino può mostrare diversi interessi piuttosto che altri. L’importante è che il gioco sia pensato in base all’età del bambino. Un bambino può mostrare interesse nel corso degli anni ad oggetti a cui è affezionato, anche se man mano che cresce avrà nuovi stimoli in base all’età. E’ giusto e sacrosanto che il bambino abbia una lista di desideri, quello che mi sento di consigliare è di non esaudire tutte le sue richieste in una volta sola, tipo a Natale, ma esaurirle, se possibile, con il passare del tempo. I giochi richiesti, e un po’ agognati nel tempo, saranno sicuramente più apprezzati una volta che li riceverà.

Concludo affermando con forza che troppi giochi acquistati non siano un bene per il bambino, poiché possano limitare le grandi potenzialità in termini di creatività. La fantasia e la creatività viene stimolata di più con giochi autoprodotti in autonomia. Perciò anche per i regali di Natale, spazio alla fantasia e al fai-da-te.

Per tutti i colori che volessero prendere qualche spunto per qualche idea regalo per questo Natale, ecco il mio articolo riguardo alle IDEE REGALO per adulti. (leggi qui)

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Oggi 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Questa data ricorre dal 1989, anno in cui a New York, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, che stipula i diritti fondamentali da garantire ad ogni bambino.

Nella Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, si ricordano i 4 principi essenziali che sono:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

  1. Principio di non discriminazione: impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori;

  2. Superiore interesse del bambino: prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l’interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente;

  3. Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l’impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo;

  4. Ascolto delle opinioni del bambino: prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L’attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento e di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l’ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all’età.

(citazione estratta da WIKIPEDIA)

[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3214″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”2489″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”3215″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”2937″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Inoltre si riconosce il diritto dei bambini all'educazione e alla formazione scolastica, 
promuovendo la regolarità e l'importanza della frequenza di attività formative scolastiche.

[/vc_column_text][vc_column_text]Sono principi che a noi possono sembrare scontati banali, purtroppo non è così. C’è bisogno quindi di celebrare questa data, e ricordare a tutte le culture, popolazioni, nazioni e a tutte le macro e micro realtà che ogni bambino ha i suoi sacrosanti diritti. Educare i bambini alla socializzazione e allo scambio reciproco, in ambito scolastico e sportivo. (leggi qui)

Prendersi cura di un bambino, educarlo e amarlo significa in primis:

  • Cercare di favorire lo sviluppo della sua più intima personalità, la sua indole, e le sue inclinazioni psicofisiche. Donandogli tutti gli strumenti per farlo diventare un adulto forte, sicuro con un adeguato approccio cognitivo-emotivo verso la vita.
  • Cercare di insegnargli il rispetto verso se stesso e vero gli altri, il rispetto dell’ambiente e del mondo che ci circonda. Offrendogli una scala di valori il più possibile equa e giusta, con il principio di libertà e uguaglianza.
  • Cercare di fargli capire il ruolo genitoriale di educatore, non con autoritarietà bensì con autorevolezza e rispetto reciproco. Rispetto della propria e dell’altrui culture.
  • Cercare di munire il bambino di tutti gli strumenti che lo potranno aiutare nella vita a gestire tutte le situazioni, positive, negative, imprevisti e conflitti che la vita gli porrà davanti. Tolleranza, comprensione, uguaglianza e libertà di pensiero, questi per me sono i valori che vorrei infondere alle mie bambine.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Quali sono gli sport ideali per i nostri bimbi? Domanda da un milione di dollari!
La prima cosa è capire le passioni del bambino e nei limiti del possibile, avvallare le sue decisioni in ambito sport. Ho scritto un articolo su come avvicinare i bambini allo sport (leggi qui)

[/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/q2CfXUQry2s” align=”center” el_id=”Video”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

ERRORE!

Un errore che noi genitori purtroppo commettiamo, nella scelta dello sport ideale per i nostri bimbi, è riversare sulle nostre creature le nostre passioni, i nostri gusti e le nostre inclinazioni, dimenticandoci che ci stiamo riferendo ad un piccolo individuo dotato di una sua specifica personalità, staccato (ahimè) da noi. Evitiamo perciò di forzare i nostri bimbi a fare una scelta solo perché piace a noi, a lungo andare lasceranno lo sport o peggio ancora, si scoraggeranno verso lo sport in generale.In ogni caso, la scelta di intraprendere lo sport ideale, piuttosto che un altro, dovrebbe sempre essere una via di mezzo tra i desideri e inclinazioni fisiologiche del bambino, e le esigenze di mamma e papà. Come avvicinare i bambini allo sport? (leggi qui)

OFFERTE SPORT IDEALI

Oggi giorno, le offerte sono tante, ai miei tempi, si parla di più di 30 anni fa, non ricordo ci fosse molto se non danza, ginnastica, pallavolo e pattinaggio per bambine e calcio, basket e qualche altro sport per i maschi.
Adesso per fortuna possiamo scegliere tra una nutrita rosa di sport, in grado di soddisfare davvero tutti i gusti. Questo grazie ad un mondo sempre più cosmopolita.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3184″ img_size=”large” alignment=”center” el_id=”immagine1″ el_class=”immagine nuoto”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]Il NUOTO da sempre è considerato uno tra gli sport ideali e quindi più completi da svolgere per tutti, grandi e piccini. E’ considerato lo sport ideale perché è in grado di sviluppare la muscolatura e rinforzare senza grandi sovraccarichi, tutto l’apparato scheletrico. E’ uno sport salvavita, capace di scongiurare il rischio di annegamento per i nostri bimbi. I benefici del nuoto, che lo annoverano tra gli sport ideali sono innumerevoli, per questo è al primo posto di questa lista. Il primo sport che vorrò far praticare alle mie bambine è questo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3192″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]Il CALCIO da sempre è considerato uno tra gli sport più richiesti dai bambini in Italia. Presenta diversi aspetti positivi, per esempio migliora la coordinazione dei movimenti, favorisce la socializzazione e lo spirito di squadra e aumenta la resistenza. Non  è uno tra gli sport ideali, poiché si sviluppa maggiormente la parte inferiore del corpo, quindi le gambe. Per questo è meglio abbinarlo con altri sport più completi come nuoto o ginnastica. Per quanto riguarda ò’attività agonistica è meglio aspettare i 13 anni.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3194″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

Il RUGBY è da sempre considerato uno tra gli sport ideali per i bambini. E’ uno sport molto fisico e adatto a bimbi che amano il gioco di squadra. E’ uno tra gli sport ideali perché in grado di sviluppare tutta la muscolatura del corpo. E’ uno sport cosiddetto di contatto e l’età per iniziarlo può essere intorno agli 8 anni, anche se credo che ci siano attività propedeutiche a tale sport anche prima.  Il Rugby sviluppa tutta la muscolatura del corpo e insegna la coordinazione dei movimenti e soprattutto istruisce sul  rispetto dell’avversario e delle regole.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3195″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

BASKET e PALLAVOLO sono da sempre considerati sport ideali per i bimbi. Sport ideali e completi perché in grado di sviluppare tutta la muscolatura e rinforzare l’apparato scheletrico, in quanto si usa sia la parte superiore, sia la parte inferiore del corpo. Come per il rugby e il calcio, sono sport di squadra, in grado di favorire la socializzazione, il rispetto delle regole e degli avversari. La giusta età per iniziare anche qui è intorno ai 7/8 anni, anche se probabilmente ci saranno corsi di avvicinamento a tale sport anche a partire dai 4 anni circa. Per l’agonismo l’età invece e sui 12 anni circa.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3196″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]il KARATE e il JUDO Appartengono alle arti marziali, sono sport fisici di contatto. L’ ideale per questi sport sarebbe iniziarli intorno ai 7-8 anni d’età,  in quanto richiedono una certa forza fisica e una buona coordinazione neuromotoria. Contrariamente a quello che si pensa, sono sport assolutamente non violenti e capaci di insegnare il rispetto della disciplina e dell’avversario. Sono sport ideali per bimbi timidi ma anche per quelli più esuberanti, perché rafforzano l’autostima e insegnano a tenere sotto controllo l’aggressività.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3197″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

TENNIS e SCHERMA sono sport asimmetrici come il calcio. Questi sviluppano soprattutto la parte superiore del corpo, specialmente il braccio impegnato con la racchetta o con la scherma. Per praticare questi sport, è importante prevedere una buona preparazione fisica generale e poi in un secondo momento apprendere la tecnica in questione. Questi sport sono ideali per sviluppare autostima e concentrazione. Da valutare se fosse il caso di controbilanciare con un altro sport completo. Per l’agonismo si deve aspettare fino agli 8/10 anni.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3199″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

La DANZA è uno tra gli sport preferiti dalle bambine (ma adesso anche dai bambini per fortuna)  di tutto il mondo. E’ considerato uno tra gli sport ideali per bimbi, poiché sono tanti i benefici che offre questo sport. La danza è il mio sport preferito, adoro ogni tipo di ballo, la considero una vera e propria arte,  praticabile fin da subito, ovvero dai 4-5 anni d’età. Questo sport completo è in grado di favorire lo sviluppo armonico di tutto il corpo, perché è interessato tutto il corpo. Danzare vuol dire esprimere e comunicare con il corpo, donando una corretta postura e sviluppando la musicalità.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3200″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

II CICLISMO offre numerosi benefici per quanto riguarda i nostri bambini. Può essere considerato tra gli sport ideali, se praticato con una buona preparazione fisica. Questo sport è in grado di sviluppare in maniera sostanziale l’equilibrio e la naturale coordinazione del corpo. E’ un’attività sportiva capace di insegnare ad affrontare sempre nuove situazioni, imprevisti  ed eventuali problemi, permettendo al bambino di imparare, fin dalla tenera età, il rispetto delle fondamentali regole stradali.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3202″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

La GINNASTICA è uno tra gli sport ideali da far praticare ai bambini. Ogni tipo di ginnastica se svolto con moderazione e attenzione rappresenta non solo lo sport per eccellenza, ma anche uno sport parallelo da far praticare al bambino in concomitanza ad altri sport. Muoversi per un bambino è un’attività del tutto naturale, perciò sviluppare la tendenza al movimento con la ginnastica, può rappresentare il giusto inizio verso un percorso di sport in grado di durare tutta la vita. I benefici sono innumerevoli, dalla correzione dei difetti di postura, al rafforzamento muscolare all’allentamento del rischio sovrappeso e obesità. La ginnastica, può essere iniziata fin dai primissimi anni di età.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

APPELLO AI GENITORI

Un doveroso appello a tutti i genitori mi sento di farlo. Sono stata spettatrice di “teatrini poco carini” ad una partita di calcio di bambini. Vidi genitori comportarsi in una miniera così becera e aggressiva, da rimanermi impresso. Tali personaggi, perlopiù padri, incitavano i figli in campo, verso  un atteggiamento per così dire “non sportivo”. Brutte scene, mi auguro di non imbattermi più in simili situazioni.

Ricordate che cari genitori che non tutti i bimbi sono destinati a diventare dei campioni. Il nostro primo obiettivo dovrebbe essere quello di farli divertire e fargli prendere amore verso la disciplina sportiva. Praticare sport è di vitale importanza così come ci ricorda il Ministero della Salute con questo articolo (leggi qui). Attraverso lo sport si imparano tanti valori, quali il rispetto delle regole e la lealtà verso i compagni di squadra e avversari. Perdere è brutto, a volte fa male, ma nella vita non si vince sempre, anzi…  Una sana accettazione di ogni risultato conseguito, fortifica il carattere e insegna molte cose.
Si impara molto più da una sconfitta che da una vittoria.

COME APPROCCIARSI ALLO SPORT (leggi qui)

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Lo sport è da sempre fondamentale nella vita di ognuno di noi, grandi e piccini. Praticare sport, vuol dire volersi bene, in primis perché rappresenta il modo migliore per tenersi in forma e poi perché ha un impatto benefico sull’umore, sviluppando le famose endorfine, capaci di regalarci un naturale buon umore. Enormi benefici quindi anche e soprattutto per i nostri Mimmi.

Noi genitori abbiamo il compito di far innamorare i nostri Piccini verso uno o più sport. Una giusta strada può essere quella di fargli vivere lo sport come un gioco, come qualcosa di puramente divertente e unico. Per iniziare, la giusta età è quella che va dai tre ai quattro anni, esattamente l’età della mia bimba più grande. Prima di iscrivere la vostra creatura ad uno specifico sport, vi consiglio di usufruire delle varie lezioni di prova che i centri sportivi oggigiorno per fortuna offrono. Così sarà più semplice capire se al bambino piace quella determinata disciplina o meno. Infatti l’obiettivo ultimo è che si diverta e sviluppi una passione in grado di durare nel tempo.

TOP 10 – AVVICINARE i BIMBI allo SPORT

  1. Ascoltare e capire i desideri del bambino.
  2. Iniziare presto, se non proprio con uno sport specifico, con attività propedeutiche alla disciplina scelta.
  3. Lo sport migliore per iniziare? Nuoto ovviamente. E’ lo sport per eccellenza, io sono una fan accanita di questa disciplina.
  4. Se tu genitore hai una passione sportiva, cerca di condividerla con il bambino.Ciò può rappresentare una buona strada per condividere e far prendere amore verso lo sport.
  5. Fino ai 7/8 anni del bambino, meglio optare per attività sportive generiche, come ginnastica, danza o nuoto per esempio. Successivamente sarà possibile approfondire lo sport prescelto.
  6. Sport di squadra o sport individuale? Dipende sempre dalle preferenze e dall’indole del bambino.
  7. Praticare sport almeno una volta a settimana, la frequenza poi cambierà in base all’età e alle sue condizioni fisiche.
  8. Assicurarsi di lasciare il bambino in buone mani. Capire se il personale che insegna sport è preparato o meno.
  9. Cercare una soluzione vicino a casa, la lontananza spesso è motivo di scoraggiamento.
  10. Non demordete se all’inizio i bambini non vi seguono, è molto frequente, in questo caso è utile cercare un escamotage per raggiungere l’obiettivo.

I benefici dello sport, sono molteplici per ogni fascia d’età. L’anziano invecchia meglio ed è più felice se pratica regolare attività fisica. Perciò è molto importante iniziare fin da subito a prendere amore ad una (o più) disciplina sportiva. L’importanza dello sport si misura anche in base al mantenimento della forma fisica, scongiurando sovrappeso e obesità (purtroppo fattore in crescita nei bambini di oggi!). Lo sport inoltre migliora l’approccio comportamentale, avendo regole precise, inoltre allontana i bambini dalla tv e dall’uso dei tablet e co.

Quando i bambini crescono, inevitabilmente ci sono alcuni accorgimenti da tenere in considerazione, come la cameretta che cambia in base alle loro esigenze. In special modo il letto è fondamentale, perciò in base all’età dei nostri bambini va cambiato e adattato.
Dopo la culla, per entrambe le mie bambine, ho optato per il lettino a cancelli. Adesso le mie due bambine (16 mesi e 3 anni e mezzo) hanno esigenze diverse, in base alla loro età.

La soluzione “Montessoriana” mi può interessare per la più piccolina. Avere un lettino raso terra, può sviluppare la sua autonomia, la sua indipendenza, grazie al libero accesso al suo personale spazio. Una giusta e comoda soluzione anche per noi genitori, che ci solleverebbe dal “peso” di doverli mettere e riprendere ogni volta a letto. In effetti il lettino a cancelli più che un caldo rifugio nel quale addormentarsi, può facilmente venir scambiato dal bambino, come una prigione, una gabbia all’interno della quale sia impossibile evadere. Secondo la metodologia “Montessoriana” per creare un letto adatto ai nostri bambini, non serve molto, basta posizionare un materasso direttamente sul pavimento, (magari con sotto un tappeto) con qualche cuscino ai lati e il gioco è fatto.
La camera, messa in sicurezza, tolti tutti i potenziali pericoli e arredata con mobili a misura di bambino diventa così un luogo sicuro nel quale giocare, divertirsi e dormire la notte.

VIDEO MONTAGGIO

Settimana mondiale dell’allattamento al seno. Ogni organizzazione o ente dal più piccolo al più grande, in questo periodo organizza eventi, corsi, workshop, seminari, laboratori e incontri per promuovere e sensibilizzare l’allattamento al seno. Ogni anno puntuale si ripresenta questo appuntamento, con tematiche sempre diverse ma con la stessa finalità, ovvero la promozione di questa preziosa pratica madre-figlio.

⬇ VIDEO ALLATTAMENTO ⬇

⬆ VIDEO ALLATTAMENTO ⬆

Il tema di quest’anno deciso dalla “World Alliance for Breastfeeding Action” (Alleanza mondiale per interventi a favore dell’allattamento) è: Potere ai genitori per favorire l’allattamento”. L’allattamento è una prassi salutare che dovrebbe fortemente essere incentivata dalla società, poiché rappresenta un presidio importante in grado di mantenere, donare e preservare lo stato psico-fisico sia del piccolo sia della madre. I benefici dell’allattamento sono riscontrabili nel tempo, poiché è scientificamente provato, che nel latte materno vi sono anticorpi, e sostanze preziosissime in grado di favorire e preservare lo stato di salute individuale. Questo vuol dire essere generalmente meno sensibili alle malattie e alla lunga, meno spese per il sistema sanitario nazionale.

– TOP 10 –
PERCHE’ ALLATTARE

  1. E’ una cosa naturale e fisiologica, siamo programmati biologicamente per farlo.
  2. Nutre in maniera ottimale il neonato con la giusta composizione di zuccheri, proteine e lipidi.
  3. Il latte si adatta e cambia in base alla fase di crescita del neonato.  Pensiamo al colostro, prima della montata lattea, sostanza altamente nutritiva perfetta per il post parto.
  4. È altamente salutare per il neonato in quanto è un veicolo di anticorpi (il bambino si ammala meno!).
  5. È un alimento sempre disponibile, pronto all’uso, sterile, pulito,  alla giusta temperatura  e altamente digeribile.
  6. È salutare per la madre, in quanto può prevenire diverse condizioni cliniche come tumore al seno e depressione post partum. Inoltre favorisce il ritorno dell’utero alle sue dimensioni originarie.
  7. È economico perché auto-prodotto, gratuito e fruibile in ogni momento, quindi comodissimo.
  8. Può aiutare a buttare giù i kg della gravidanza.
  9. Allattare, favorisce nel bambino un corretto sviluppo dell’arcata dentaria
  10. Sviluppa, aiuta e rafforza il legame e l’attaccamento madre bambino

Non è sempre facile e scontato allattare, anzi…
Per quanto mi riguarda io ho sofferto molto, perché avevo i capezzoli molto sensibili, la mia primogenita inizialmente poppava alla distanza di 1 ora e mezzo l’una dall’altra, un delirio. Lo chiamavo: “L’appuntamento con il dolore”, non voglio dirvi altro.
Fortunatamente la volontà, la motivazione e la tenacia di noi donne, ci fa tener duro per i nostri cuccioli. Dal dolore iniziale che sembrava insormontabile, alla fine ho allattato la mia primogenita fino a 14 mesi, quando lei stessa autonomamente decise di smettere. La mia seconda figlia adesso ha 16 mesi e prende ancora il mio latte.

Lo slogan è sempre questo:
“DONNE ALLATTATE!”

La figura dei nonni, rappresenta un tassello fondamentale e prezioso nell’intera vita familiare.

Amore, pazienza, comprensione, saggezza e incoraggiamento, i nonni non solo elargiscono tutto ciò ai nostri mimmi, ma sono capaci di essere i primi a notare, le loro più intime inclinazioni. Grazie ad un occhio vigile e attento, che noi genitori spesso non abbiamo, sono capaci di scovare i talenti più puri dei nostri pargoli. I nonni sono dotati di una lungimiranza fantastica, sanno andare oltre le apparenze, questo perché hanno sulle loro forti spalle, un grande bagaglio di esperienza pregressa, che fa capire cose che a noi genitori sfuggono?.

Disponibilità su tutti i fronti è quella che i nonni mettono a disposizione. Non solo donando a noi e ai nostri bambini il loro tempo e la loro saggezza, ma misurando pazienza e amore, coccole, premure, e gesti materiali come regali , giochi, cucinare le loro prelibatezze preferite e tanto altro ancora.

Nonni = generosità, e i nostri bambini sono completamente rapiti da questo, non solo per i regali ma per le mille attenzioni che ricevono, probabilmente anche in maniera maggiore rispetto a noi genitori, che purtroppo siamo sempre impegnati e presi dal lavoro, e dai nostri ritmi frenetici.

Se è vero che a volte i nonni, o suoceri che siano, mettono a dura prova la pazienza di noi genitori, che cerchiamo di delineare un “cammino educativo” stabile, è anche vero che non dobbiamo essere così rigidi nel dettare regole da imporre a loro. Tempo fa ho scritto un articolo sul RUOLO DEI NONNI (leggi qui).  nel quale volevo far veicolare il messaggio che i nostri genitori o suoceri dovrebbero ascoltare maggiormente noi mamme e papà, ma in fin dei conti, sempre nei limiti del buon senso è giusto che facciano i nonni, nella loro gestione “sregolatamente amorosa”!

i NONNI sono IMPORTANTI perché:

  1. Tramandano storie, tradizioni e racconti familiari, che altrimenti andrebbero perduti.
  2. Hanno un bagaglio ricco non solo di insegnamenti ma anche di esperienze divertenti, come giochi, canzoni e racconti che elargiscono con gioia.
  3. Hanno spesso interessi diversi da quelli dei genitori, che cercano di condividere e tramandare ai nipoti. Cucinare, ricamare, fare giardinaggio, giocare a carte…
  4. Con il loro stile di vita, tendenzialmente sono più sereni e meno stressati nell’affrontare la vita (eccezioni a parte ovviamente). Ciò permette loro di essere più calmi, affettuosi e di gran lunga più empatici rispetto a  noi genitori.
  5. Comunicano in una maniera più efficace, ascoltando con una sensibilità e una pazienza spiccatamente saggia.
  6. Essendo più pazienti sono anche meno critici rispetto a mamma e papà. Hanno la capacità di valorizzare i punti forti dei nipoti, piuttosto che sottolinearne le debolezze.
  7. Non è raro che i nonni prendano le difese dei bambini, mostrando a noi genitori, intransigenti, la realtà dei fatti sotto altre angolazioni.
  8. Rappresentano un rifugio emotivo e fisico in caso di “trambusto familiare”. Separazioni, divorzi, nascite o altre situazioni di crisi temporanea o duratura.
  9. Stimolano l’indipendenza e l’autonomia (sempre che non siano ansiosi). Favoriscono lo scambio e la socializzazione con persone di varia età, il che è utile a favorire un giusto schema mentale per le relazioni sociali.
  10. Sono attenti a molte sfumature, poiché consapevoli del loro stile genitoriale, cercando così di non reiterare negli  sbagli commessi in passato con i figli.

I bambini che hanno la fortuna di crescere con i nonni, hanno molte risorse a disposizione.
In loro si svilupperà un ricordo indelebile e preziosissimo di queste figure che il tempo non cancellerà.

A settembre torna immancabilmente la scuola in ogni sua forma, dall’asilo all’università, passando da elementari, medie e licei. Per molti è un ricominciare, per altri è un vero e proprio inizio, fatto di domande, quesiti, dubbi e perplessità. Tutti genitori inevitabilmente o prima o poi attraversano questa fase. Procediamo con ordine, iniziamo dall’asilo.

Asilo nido (si o no)


Per me assolutamente si!
Entrambe le mie bambine, inizieranno una nuova avventura scolastica. La più grande andrà alla scuola materna, o come la chiama lei:“la scuola dei grandi” e la più piccola inizierà l’asilo nido. Come le mie fedeli lettrici sapranno già, io sono una forte sostenitrice dell’asilo nido, ne parlo in questo articolo, che scrissi tempo fa (Leggi qui). Il post destò a suo tempo molto interesse, specie nei gruppi di mamme su Facebook, poiché il tema asilo si-asilo no” è da sempre molto dibattuto. Come in tutte le cose che riguardano i nostri piccoli, le opinioni sono tantissime e tra le più svariate, del resto ogni famiglia è uno specifico microcosmo costituito da diversi elementi, ovvero persone uniche con la loro particolare mentalità, perciò non tutti i metodi evidentemente possono andare per tutti.

In effetti posso capire le perplessità delle mamme a lasciare il proprio piccolo a persone estranee, sebbene educatrici qualificate. L’importante è informarsi e soprattutto andare a conoscere l’asilo e le maestre personalmente, fidandosi sempre del proprio istinto. Spesso la prima impressione è quella giusta! L’asilo dove andrà la mia piccolina lo conosco moto bene,  è sempre lo stesso che ha accompagnato la mia famiglia da generazioni, adesso gestito da educatrici in gamba e bravissime che ho avuto modo di apprezzare con la mia prima  bimba nei due anni passati.

A cosa dare priorità

Le priorità dipendono da che tipo di famiglia, e da che persone siete. Quali sono i fattori più importanti che valutate per la scelta della scuola? Rispondendo a questa domanda già capite quale sarà il percorso scolastico dei vostri bambini. L’ offerta formativa penso sia la prima priorità di tutti i genitori.
Personalmente per le mie bambine ho scelto due realtà di quartiere, conosciute e recensite positivamente entrambe. Fortunatamente vicine tra loro. La mia scelta di preferire realtà di quartiere deriva, in primis da un discorso di vivibilità cittadina, fatta di piccole ma preziose cose, come la frequentazione dei posti limitrofi, in secundis coltivare rapporti sociali in grado di durare anche extra scuola, ai giardinetti e in altri luoghi di incontro, vicino casa. Non in ultimo, la comodità di non prendere l’auto ma andare a piedi, in bici o con i mezzi, insegnando alle mie bambine il rispetto e la salvaguardia ambientale, con una prospettiva il più ecologica possibile.

Per la scuola materna ho optato per una scuola pubblica il cui metodo mi ha da subito entusiasmato, come l’insegnate che lo illustrava all’open day della scuola. Il metodo usato è quello di Idana Pescioli, lungimirante docente universitaria, che ha fatto della sua vita una ricerca attiva su un metodo educativo basato sul rispetto, sulla parità, sulla pace, sull’esplorazione ambientale, dando risalto all’arte, alle esperienze che il bambino è in grado di sviluppare e sulle conseguenti risposte emotive scaturite.

Anche in questo caso il mio consiglio è di informarsi per bene sulle strutture selezionate, ascoltare il parere delle mamme che hanno già esperienza in quella scuola e incontrare le maestre.

Scuola pubblica o privata?

In ogni modo, la prima differenziazione che dobbiamo fare quando ci approcciamo per la prima volta alla scuola è capire se optare per pubblica o privata. Io sono tendenzialmente per la scuola pubblica a patto che la scuola sia qualitativamente adeguata. Non raramente sento pareri di mamme di altre regioni, che affermano che l’unica alternativa per garantire un’adeguata istruzione nel loro contesto locale, siano le scuole private, che comunque rimangono sempre appannaggio di pochi, o almeno non per tutti. Questo è davvero triste, perché indice del mal funzionamento italiano e di chi sta al potere, che come sempre “predica bene e razzola male”.  In campagna elettorale, la scuola è sempre uno tra i primi temi ad esser trattato, poi finite le elezioni, le cose rimangono quasi sempre inalterate se non con tagli e modifiche peggiorative. Una cosa che mi fece specie, quando andai l’anno scorso ad un open day di una scuola materna , fu apprendere che la regione ( o chi per lei, non ricordo bene!) aveva cancellato le ore dedicate alla lingua inglese, perché, secondo questi “geni”, di pertinenza delle scuole elementari. Risultato: cancellata l’ora di inglese ma incrementate le ore di religione, non ho parole! Ci rendiamo conto in che mani siamo?

L’insegnamento della lingua inglese, secondo me dovrebbe essere messa obbligatoriamente sin da subito, dal nido! Un’altra materia da ri-implementare, dovrebbe essere l’educazione civica, nella quale si insegna il rispetto verso se stessi, gli altri e soprattutto per l’ambiente nel quale viviamo, troppo spesso sfruttato, degradato e danneggiato. Ricordiamoci che i nostri bambini sono gli adulti del domani. Insegnare la consapevolezza, il rispetto e l’educazione è fondamentale per la vita.

La scuola pubblica

Le linee guida della scuola pubblica, sono una miscellanea di differenti teorie e dogmi pedagogici, calati e plasmati  a seconda del contesto socio-territoriale del luogo.
Un’importante impronta formativa è stata data da John Dewey (1859-1952), filosofo e pedagogista americano che sottolineava l’importanza di osservare e agire in base ai diversi stadi dell’età evolutiva. Apprendimento graduale e calibrato sul singolo a seconda del proprio stato evolutivo. Per fortuna in questi ultimi anni, il concetto di “intelligenza” si è molto modificato e ampliato rispetto al passato, e in questo la scuola ne ha beneficiato. Ogni regione, ogni città, ogni realtà, ogni contesto così come ogni scuola  è diversa l’una dall’altra, per questo la regola è informarsi bene, trovare recensioni e andare a conoscere il personale docente, mi ripeterò ma è fondamentale, del resto, “la scuola la fanno le maestre”.

La scuola privata

Sarebbe stupido avvallare l’antico stereotipo che la scuola privata sia appannaggio di persone altolocate che non vogliono mischiarsi alla folla, garantendo la promozione sicura del figlio magari svogliato e inconcludente. Non mi piacciono le etichette, cerco di andare oltre.
Non si può “fare di tutta l’erba un fascio”, ogni realtà deve essere constestualizzata in base a diversi fattori. La cultura scolastica della regione/città nella quale viviamo, la presenza e la varietà delle scuole pubbliche e l’offerta delle scuole private del luogo.
La comodità della scuola privata è che si può scegliere di personalizzare l’istruzione scolastica secondo il metodo educativo che più i genitori preferiscono. Ad esempio adesso vanno per la maggiore le scuole “Montessoriane” e “Steineriane”, e qua a Firenze ne possiamo trovare diverse.

Sicuramenteramente è più frequente che gli ambienti, intesi come aule e strumenti didattici siano più curati della scuola pubblica, questo statisticamente è così. L’offerta formativa è così variabile e diversa che davvero non è possibile generalizzare in alcun modo.

Reputo che sarebbe un errore demonizzare la scelta della scuola privata, anche perché viviamo fortunatamente in un paese libero che garantisce la possibilità di scelta. Ad ogni piede la propria scarpa! Io personalmente ho fatto sia scuole pubbliche sia private, e in ognuna ho trovato sia pregi sia difetti.

Privata o Paritaria?

Attenzione privata non vuol dire paritaria. La principale differenza è nel valore dei titoli rilasciati da queste due scuole. I titoli rilasciati dalle paritarie sono equivalenti a quelli delle scuole pubbliche. Nella scuola privata al contrario i titoli di studio rilasciati non posseggono valore legale. Per riconoscere il lavoro svolto nella scuola privata, va effettuato a fine percorso un esame di idoneità, valido anche per passare ad una scuola pubblica o paritaria. Questo per avvalorare legalmente il titolo della scuola privata.

Sinceramente ritengo sia possibile trovare di tutto di più, sia in ambito pubblico sia in ambito privato.
In entrambe queste realtà ci possono essere scuole eccellenti, qualificate e scuole trasandate, mediocri o addirittura pessime, basta INFORMARSI.
Per questo è importantissimo conoscere da vicino approfonditamente tutte le realtà.

Buon inizio!

In questi mesi estivi, nei pochi momenti di relax che mi sono ritagliata, bimbe permettendo, ho approfittato per leggere qualche libro, routine sempre più rara oggi giorno per quanto mi riguarda.
Chi ha figli può capirmi! ?

In questo articolo vorrei esprimere il mio parere su tre libri nei quali mi sono piacevolmente (o meno) imbattuta.

I libri in questione sono:

  1. Il linguaggio segreto dei neonati, di Melinda Blau e Tracy Hogg
  2. Fate la nanna di Eduard Estivill Sancho e Sylvia de Béjar
  3. L’ arte di fare la mamma di Ilaria Biancalani

Il linguaggio segreto dei neonati – Tracy Hogg e Melinda Blau

Il libro si legge bene, è scorrevole e di facile comprensione.                  Tracy Hogg è una infermiera specializzata puericultrice, con diversi anni di esperienza alle spalle. Il libro si compone in 9 capitoli nei quali viene descritto, con esempi pratici e situazioni concrete, il metodo EASY.

EASY è un acronimo che sta per Eating, Activity, Sleep, You. ll libro vale assolutamente la pena di esser letto, poiché ci sono degli ottimi spunti, consigli e dritte che possono essere davvero utili, ma non lo farei  (come nessun altro metodo) diventare una dottrina dogmatica, da seguire alla lettera e rispettare in maniera pedissequa.

All’interno del libro la Hogg narra alcuni esempi pratici e di successo della sua carriera. Per noi mamme è facile rispecchiarsi nei vari casi descritti nel libro. Alcune situazioni sono comuni, specie quando l’umore va giù, quando ci si sente più sole e più sprovvedute di sempre (nonostante gli aiuti), quando il marito accanto sarebbe meglio andasse a fare una girata e quando oltreché psicologicamente anche fisicamente si fa acqua da tutti i buchi.
La Hogg con questo libro,  (un po’ autocelebrativo secondo me), vuole insegnare ai genitori il linguaggio dei neonati, traducendo ogni pianto con la sua personale visione. Il suo intento è buono, vuole dare consigli utili aiutando le neomamme con il suo metodo. Quello che non mi è piaciuto è stato quel modo di catalogare i neonati in: angelici, da manuale, sensibili, vivaci e scontrosi. In generale le classificazioni non mi piacciono, men che mai affibbiate ai bambini. Non metto in discussione la sua lunga esperienza e professionalità in questo campo, però mi permetto di affermare che non tutti i bambini sono uguali e soprattutto non tutti i neonati possono adattarsi al suo metodo.

Comunque penso che questo libro sia una buona lettura, alla fine lo valuto positivamente e mi sento di consigliarlo, anche solo per informarsi ulteriormente e avere qualche strategia in più, sempre che vi funzioni. Molte mamme che conosco apprezzano questo libro e ne hanno tratto ottimi spunti.

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Fate la nannaEduard Estivill Sancho

Uno tra i libri più conosciuti, venduti e controbattuti della storia della letteratura per genitori, è proprio questo. Sin dalla sua uscita nel lontano 1999 ha diviso e continua a dividere nettamente l’opinione pubblica. In questo libro Estivill, neuropsichiatra infantile, idea un metodo rigido, preciso, quasi disumano alla stessa stregua degli esperimenti di Pavlov, antesignano del comportamentismo , ma in questo caso non si ha a che fare con i cani e con la loro risposta ad uno stimolo legato al cibo, bensì a bambini e alla loro risposta emotiva. Nel libro viene descritto nel dettaglio il metodo ideato dal medico per fare la nanna. Poco importa al famoso medico spagnolo se il bambino piange, se si dispera e non vuole saperne di dormire, il metodo funziona e quindi va bene così. In effetti è vero! il metodo funziona, eccome se funziona, il neonato viene semplicemente condizionato, che gli piaccia o no, verso la routine del sonno. Il fine allora giustifica sempre i mezzi? A mio avviso assolutamente no! Certo, conosco diverse persone che hanno applicato tale metodo e sono felici di ciò, il bambino adesso dorme… ma a quale prezzo? Siamo sicuri che sia la strada giusta? E le conseguenze?
Quello che vi posso dire, oltre al mio parere personale, che è negativo su tale metodo, è che la stragrande maggioranza di psicologi, pedagogisti e altre figure professionali si schierano in maniera netta additando questo libro come assolutamente negativo per lo sviluppo psico-cognitivo e affettivo del bambino. Ignorare il pianto,  unico strumento dei nostri piccini, può innescare non pochi meccanismi negativi, quali rassegnazione, inadeguatezza, insicurezza, oltre che problemi nell’attaccamento.

Ci sono forti pareri contrari, provenienti da associazioni specialistiche, persino il Garante per l’infanzia italiano ha manifestato il proprio dissenso verso tale metodologia. Se fate una ricerca in rete, ci sono tantissimi articoli che parlano di questo libro.
Inoltre il libro non ha bibliografia, non ci sono studi scientifici che supportano tale tesi, infatti gli autori non citano nessuna ricerca o studio che supporti questo loro metodo.

La cosa paradossale è che Estivill, dopo l’enorme quantitativo di critiche ricevute da diverse parti, ha ritrattato, affermando che il suo metodo non è adatto a neonati di pochi mesi ( come nel libro c’era invece scritto ) poiché contrasterebbe con un sano sviluppo del sistema nervoso, in questa epoca decisamente  immaturo.

Conflitto di interessi a mio avviso, visto che l’intervista coincise con l’uscita del suo nuovo libro, su un rivoluzionario metodo per far addormentare i bambini, che guarda caso, promosse proprio in quella sede.

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L’arte di fare la mammaIlaria Biancalani

Un diario scritto con il cuore per l’amata figlia Luna, poi in seguito divenuto libro. Un racconto che va dal documentario alla cronaca emotiva di una mamma, dal suo primo attimo di gravidanza fino al primo compleanno della sua bambina. Un racconto nato dall’amore e dalla necessità di comunicare le cronache quotidiane di una giovane madre alle prese con questa complessa avventura. L’obiettivo oltre al desiderio di esprimere tutte le variopinte emozioni alla propria bambina è anche quello di immortalare e custodire ricordi unici e indimenticabili come quelli che accompagnano la maternità. L’autrice infatti scrive in prima persona, narrando alla figlia, come se fosse l’unica lettrice delle sue parole. In effetti, Luna, doveva essere la sola destinataria del racconto di sua madre, intriso di una dolce e materna quotidianità.

Il libro è costituito da tre capitoli principali: l’attesa, il parto e il ritorno a casa.

Questo libro è un vero e proprio racconto, emozionante nella sua genuinità nella quale ogni mamma può facilmente rispecchiarsi. Questo scritto, a differenza degli altri due libri sopra descritti, non vuole essere un manuale che ha la presunzione di insegnare, consigliare o affermare dogmi, ma solamente empatizzare con il ruolo di mamma.

Parole che sembrano scontate quelle di Ilaria Biancalani, che racchiudono però una sacrosanta verità: “mamme non si nasce, si diventa.

Di seguito alcuni passaggi del libro che mi sono piaciuti molto e che vorrei condividere con voi.

“Insomma questi tuoi primi mesi di vita, oltre ad insegnarmi giornalmente cose sempre nuove sul difficile (e credimi non è un luogo comune) mestiere di mamma, fecero sì che, non soltanto tu che eri appena nata, ma anche io prendessi confidenza con questo paese…”

“Inoltre mi preme portarti a conoscenza del fatto che il famoso istinto materno, che tanto viene sbandierato, non credere che sia un meccanismo così automatico. O meglio lo è su alcune cose, ma non su tutte.”

“Una cosa comunque è certa. In tutta la mia vita non ho mai capito il significato profondo della frase: “il tempo vola”, fino al giorno in cui mi resi conto che sarei dovuta rientrare a lavoro, portandomi un fardello di nostalgia dentro al cuore… Era la nostalgia dei piccoli gesti quotidiani, che forse fino ad allora non avevo neanche apprezzato appieno e che magari, qualche volta mi erano risultati pesanti…”

Libro consigliato!

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I bambini con l’arrivo della bella stagione, sentono il bisogno di uscire, e di passare del tempo all’aperto, giocando in libertà.  Credo che questo sia un istinto primordiale, un richiamo atavico verso la natura, con i suoi mille colori, suoni e profumi.  Le suggestioni della campagna, sviluppano un senso di benessere generale, favorendo un senso di relax e appagamento.L’intelligenza del bambino è un costrutto in divenire che si basa su molti fattori, tra i quali un costante bisogno di sperimentare con tutto il corpo ogni stimolo trovato. Un apprendimento a 360 gradi, sul piano cognitivo, motorio e soprattutto emotivo.

Giocare a contatto con la natura, significa spaziare in maniera attiva, libera e autonoma, ottemperando al loro bisogno di esplorazione e colmando la loro curiosità. Correre, camminare, saltare ed esprimersi in libertà,  oltre a favorire l’equilibrio e la coordinazione cognitivo-motoria favorisce l’attività fisica, combattendo uno stile di vita sedentario e dannoso.

Elementi naturali come acqua, terra, sassi, legnetti, foglie, fiori, costituiscono esperienze insostituibili dove ogni piccino sperimenta il suo personale concetto di fantasia incrementando il suo pensiero creativo. In psicologia si parla di pensiero divergente, che al contrario di quello convergente, stimola sempre nuove soluzioni e situazioni di gioco alternative. Il gioco manipolativo, che spazia a seconda dei materiali trovati nella natura incrementa l’immaginazione e trova nella campagna terreno fertile per intuire, scoprire, inventare e creare nuovi giochi.

 BENEFICI
del contatto con la natura

  • Aumenta il buon umore, rilassando mente e corpo
  • L’ aria respirata è migliore, priva di smog e inquinamento
  • Stimola l’attività fisica, che a sua volta stimola la serotonina, ormone del buon umore
  • Combatte la noia, favorendo l’esercizio fisico, e contrastando l’obesità, contro uno stile di vita sedentario
  • I cibi sono spesso a Km 0, perché prodotti da orti e campi in loco, o comunque provenienti da filiere corte
  • Il bambino familiarizza con animali di diverso genere, aiutandolo così a non sviluppare inutili fobie, come ad esempio quella degli insetti.
  • Stimola nuovi e diversi giochi con materiali naturali come terra e vegetazione
  • Sviluppa il rispetto per l’ambiente e il senso di appartenenza verso il nostro mondo, favorendo una mente ecologica

Ci sono diverse FORMULE per godere dei benefici della natura.

-Le Fattorie didattiche, sono fattorie immerse nel verde con vari animali con i quali è possibile interagire. E’ un posto dove i bambini si divertono, sperimentando in loco diverse esperienze.
Latte, formaggio, miele, olio, vino, sono tutte lavorazioni che si possono trovare in queste speciali fattorie.

-I Parchi avventura sono un’altra formula intelligente ma soprattutto divertente,  dove è possibile praticare attività avventurose immerse nel verde. Arrampicate, percorsi ad ostacoli, ponti tibetani, rafting e tanto altro ancora, ovviamente tutto, con gli ausili necessari per garantire la sicurezza dei nostri bambini.

Il mio consiglio è di non far mancare ai vostri bambini l’esperienza di stare a contatto con la natura, qualunque essa sia.