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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Oggi 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Questa data ricorre dal 1989, anno in cui a New York, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, che stipula i diritti fondamentali da garantire ad ogni bambino.

Nella Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, si ricordano i 4 principi essenziali che sono:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

  1. Principio di non discriminazione: impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori;

  2. Superiore interesse del bambino: prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l’interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente;

  3. Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l’impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo;

  4. Ascolto delle opinioni del bambino: prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L’attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento e di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l’ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all’età.

(citazione estratta da WIKIPEDIA)

[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”3214″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”2489″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”3215″ img_size=”large” alignment=”center”][vc_single_image image=”2937″ img_size=”large” alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Inoltre si riconosce il diritto dei bambini all'educazione e alla formazione scolastica, 
promuovendo la regolarità e l'importanza della frequenza di attività formative scolastiche.

[/vc_column_text][vc_column_text]Sono principi che a noi possono sembrare scontati banali, purtroppo non è così. C’è bisogno quindi di celebrare questa data, e ricordare a tutte le culture, popolazioni, nazioni e a tutte le macro e micro realtà che ogni bambino ha i suoi sacrosanti diritti. Educare i bambini alla socializzazione e allo scambio reciproco, in ambito scolastico e sportivo. (leggi qui)

Prendersi cura di un bambino, educarlo e amarlo significa in primis:

  • Cercare di favorire lo sviluppo della sua più intima personalità, la sua indole, e le sue inclinazioni psicofisiche. Donandogli tutti gli strumenti per farlo diventare un adulto forte, sicuro con un adeguato approccio cognitivo-emotivo verso la vita.
  • Cercare di insegnargli il rispetto verso se stesso e vero gli altri, il rispetto dell’ambiente e del mondo che ci circonda. Offrendogli una scala di valori il più possibile equa e giusta, con il principio di libertà e uguaglianza.
  • Cercare di fargli capire il ruolo genitoriale di educatore, non con autoritarietà bensì con autorevolezza e rispetto reciproco. Rispetto della propria e dell’altrui culture.
  • Cercare di munire il bambino di tutti gli strumenti che lo potranno aiutare nella vita a gestire tutte le situazioni, positive, negative, imprevisti e conflitti che la vita gli porrà davanti. Tolleranza, comprensione, uguaglianza e libertà di pensiero, questi per me sono i valori che vorrei infondere alle mie bambine.

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Quando i bambini crescono, inevitabilmente ci sono alcuni accorgimenti da tenere in considerazione, come la cameretta che cambia in base alle loro esigenze. In special modo il letto è fondamentale, perciò in base all’età dei nostri bambini va cambiato e adattato.
Dopo la culla, per entrambe le mie bambine, ho optato per il lettino a cancelli. Adesso le mie due bambine (16 mesi e 3 anni e mezzo) hanno esigenze diverse, in base alla loro età.

La soluzione “Montessoriana” mi può interessare per la più piccolina. Avere un lettino raso terra, può sviluppare la sua autonomia, la sua indipendenza, grazie al libero accesso al suo personale spazio. Una giusta e comoda soluzione anche per noi genitori, che ci solleverebbe dal “peso” di doverli mettere e riprendere ogni volta a letto. In effetti il lettino a cancelli più che un caldo rifugio nel quale addormentarsi, può facilmente venir scambiato dal bambino, come una prigione, una gabbia all’interno della quale sia impossibile evadere. Secondo la metodologia “Montessoriana” per creare un letto adatto ai nostri bambini, non serve molto, basta posizionare un materasso direttamente sul pavimento, (magari con sotto un tappeto) con qualche cuscino ai lati e il gioco è fatto.
La camera, messa in sicurezza, tolti tutti i potenziali pericoli e arredata con mobili a misura di bambino diventa così un luogo sicuro nel quale giocare, divertirsi e dormire la notte.

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La figura dei nonni, rappresenta un tassello fondamentale e prezioso nell’intera vita familiare.

Amore, pazienza, comprensione, saggezza e incoraggiamento, i nonni non solo elargiscono tutto ciò ai nostri mimmi, ma sono capaci di essere i primi a notare, le loro più intime inclinazioni. Grazie ad un occhio vigile e attento, che noi genitori spesso non abbiamo, sono capaci di scovare i talenti più puri dei nostri pargoli. I nonni sono dotati di una lungimiranza fantastica, sanno andare oltre le apparenze, questo perché hanno sulle loro forti spalle, un grande bagaglio di esperienza pregressa, che fa capire cose che a noi genitori sfuggono?.

Disponibilità su tutti i fronti è quella che i nonni mettono a disposizione. Non solo donando a noi e ai nostri bambini il loro tempo e la loro saggezza, ma misurando pazienza e amore, coccole, premure, e gesti materiali come regali , giochi, cucinare le loro prelibatezze preferite e tanto altro ancora.

Nonni = generosità, e i nostri bambini sono completamente rapiti da questo, non solo per i regali ma per le mille attenzioni che ricevono, probabilmente anche in maniera maggiore rispetto a noi genitori, che purtroppo siamo sempre impegnati e presi dal lavoro, e dai nostri ritmi frenetici.

Se è vero che a volte i nonni, o suoceri che siano, mettono a dura prova la pazienza di noi genitori, che cerchiamo di delineare un “cammino educativo” stabile, è anche vero che non dobbiamo essere così rigidi nel dettare regole da imporre a loro. Tempo fa ho scritto un articolo sul RUOLO DEI NONNI (leggi qui).  nel quale volevo far veicolare il messaggio che i nostri genitori o suoceri dovrebbero ascoltare maggiormente noi mamme e papà, ma in fin dei conti, sempre nei limiti del buon senso è giusto che facciano i nonni, nella loro gestione “sregolatamente amorosa”!

i NONNI sono IMPORTANTI perché:

  1. Tramandano storie, tradizioni e racconti familiari, che altrimenti andrebbero perduti.
  2. Hanno un bagaglio ricco non solo di insegnamenti ma anche di esperienze divertenti, come giochi, canzoni e racconti che elargiscono con gioia.
  3. Hanno spesso interessi diversi da quelli dei genitori, che cercano di condividere e tramandare ai nipoti. Cucinare, ricamare, fare giardinaggio, giocare a carte…
  4. Con il loro stile di vita, tendenzialmente sono più sereni e meno stressati nell’affrontare la vita (eccezioni a parte ovviamente). Ciò permette loro di essere più calmi, affettuosi e di gran lunga più empatici rispetto a  noi genitori.
  5. Comunicano in una maniera più efficace, ascoltando con una sensibilità e una pazienza spiccatamente saggia.
  6. Essendo più pazienti sono anche meno critici rispetto a mamma e papà. Hanno la capacità di valorizzare i punti forti dei nipoti, piuttosto che sottolinearne le debolezze.
  7. Non è raro che i nonni prendano le difese dei bambini, mostrando a noi genitori, intransigenti, la realtà dei fatti sotto altre angolazioni.
  8. Rappresentano un rifugio emotivo e fisico in caso di “trambusto familiare”. Separazioni, divorzi, nascite o altre situazioni di crisi temporanea o duratura.
  9. Stimolano l’indipendenza e l’autonomia (sempre che non siano ansiosi). Favoriscono lo scambio e la socializzazione con persone di varia età, il che è utile a favorire un giusto schema mentale per le relazioni sociali.
  10. Sono attenti a molte sfumature, poiché consapevoli del loro stile genitoriale, cercando così di non reiterare negli  sbagli commessi in passato con i figli.

I bambini che hanno la fortuna di crescere con i nonni, hanno molte risorse a disposizione.
In loro si svilupperà un ricordo indelebile e preziosissimo di queste figure che il tempo non cancellerà.

I nonni sono sicuramente una preziosa risorsa per tutti i genitori, specialmente  se ci immaginiamo la situazione idilliaca da “Mulino Binaco” nella quale tutti sono “persone modello” e tutti vanno d’accordo tra loro…
Parliamoci chiaro, la vita reale è ben diversa. Per prima cosa, vorrei astenermi dal giudicare, anche perché ogni situazione, ogni famiglia, ogni persona ha il suo particolare vissuto, il proprio contesto, le sue peculiarità, aspetti positivi e aspetti negativi, perciò ovviamente non è semplice condividere sempre il punto di vista altrui.

C’è un detto popolare che dice che i genitori hanno il ruolo di insegnare e i nonni hanno quello di viziare… non sono del tutto concorde. Prendiamo un esempio banale, mettiamo il caso che io sia contraria a dare le caramelle alle mie figlie, e che per quanto possibile cerchi di non evitarle, e  puntualmente invece, ci sia un nonno, senza fare nomi, che di sua spontanea volontà e senza che le bambine le chiedano, gliele offra sempre. Ecco a questo punto, a me girano le scatole e non poco, perché questo vuol dire vanificare gli sforzi dei genitori, e fregarsene, contribuendo ad alimentare un vizio che a mio avviso non ha senso, che trovo del tutto inutile se non addirittura dannoso.

Quando questi atteggiamenti, ce l’hanno i nostri genitori, la cosa è più gestibile in quanto ci possiamo permettere di spiegare la questione con tutti i toni che reputiamo opportuni, anche quelli più forti e accesi, ma quando questo succede con i suoceri, ovviamente le cose cambiano, perciò o intreviene a gamba tesa il compagno o dobbiamo intervenire noi e le cose si fanno più complesse, perché ovviamente non abbiamo quella confidenza e quella naturalezza nel ribadire qualche concetto che sembra non entragli in testa, stabilendo in maniera chiara che certe cose non vogliamo che siano opinabili.

I rapporti umani del resto non sono mai facili, ci scontriamo sempre con le sensibilità altrui, però secondo me ci dobbiamo far guidare dal buon senso, se decidiamo qualcosa per i nostri figli, e vogliamo che i nonni, dall’alto della loro saggezza, rispettino i nostri voleri, dobbiamo essere chiari e dirglielo con dolcezza assertività e fermezza.

Io sono felice che le mie bimbe ad oggi, abbiano la possibilità e la fortuna di stare con i nonni, perché in gamba tutti e 4 (o quasi ???), però la linea educativa deve essere conforme a quella data da noi genitori, ovviamente con qualche strappo alle regole, ma che non siano sulle questioni più rilevanti.

Detto questo posso dire a gran voce, che i nonni sono una risorsa preziosissima sia per noi sia per i nostri bambini.

Per i nonni una sola raccomandazione: “ascoltateci di più“!

[vc_row][vc_column][vc_video link=”https://youtu.be/f5mX8rHUKxA” align=”center”][vc_column_text]Essere mamma ti fa scoprire orizzonti sempre nuovi. Ti fa cimentare in cose che prima non sognavi neanche di fare. Come ad esempio la costruzione di giochi artigianali. È questo il caso dei lavoretti hand made, che all’asilo, nel periodo natalizio, fanno confezionare a noi mamme, per il regalo, che Babbo Natale consegnerà ai bimbi. Poveri piccini, ignari di essere i destinatari finali dei nostri esperimenti, a volte anche mal riusciti ?.
Anno scorso è stata la volta del Bruco. Dovevamo costruire questo animaletto, perché ispirati dalla canzone omonima,  “Diamo la caccia al Bruco”, che è stata il leitmotiv, dello scorso anno.
Per fare il bruco è stato abbastanza semplice, è bastato munirsi di un lungo calzino di lana, senza tallone, e riempirlo con ovatta o imbottitura apposita, fare delle strozzature con del fil di ferro colorato, per delineare il corpo e ornarlo con occhi, bocca e naso, con gli appositi accessori, ed il gioco era fatto.Anche per chi non ha manualità, il bruco è una delle cose più semplici che si possano fare, basta avere il materiale e soprattutto l’utilissima colla a caldo.

Quest’anno le maestre hanno deciso di costruire gli animali della canzone “Walking in the Jungle”.
La cosa si è fatta un po’ più complessa. Sapendo che il tempo, a noi mamme, manca sempre e che la semplicità è la nostra miglior amica, ci hanno dato l’opportunità di scegliere la modalità di esecuzione di questi animaletti. Le possibilità erano principalmente due, una più complessa e l’altra più semplice.

Nella modalità più complessa, ma anche più carina, imbottiti con pannolenci, chiusi con cucitura o colla a caldo, nella modalità più semplice, disegni colorati da applicare sul cartoncino. Indovinate inizialmente io per quale avevo optato? Esatto per il cartoncino.

Poi però ho immaginato che la mia bambina, avrebbe gradito senz’altro di più quelli imbottiti, fatti a pupazzetti, tridimensionali, rispetto a quelli bidimensionali su cartoncino. Ho pensato che sicuramente vedendoli ai compagni avrebbe voluto i pupazzetti e non i semplici disegni. Allora mi sono armata di pazienza, calma e soprattutto di pannolenci, ovatta, ago e filo e mi sono cimentata in questa impresa. So che per molte di voi, questa è una cosa banale e facile, ma per me, che non ho facilità con certe doti artistiche, è stata una bella sfida.Per fortuna, Ambra e Federica, (loro si che sono ganze)  mamme dei compagni della mia bambina, mi hanno prestato il materiale, che ovviamente io non avevo, e così ho iniziato anche io.

La prima cosa è stata ritagliare i cartamodelli degli animali, in special modo, la scimmia, la tigre, il tucano e la rana. Sono questi i protagonisti della canzone.
Una volta ritagliati, si sceglieva il colore del pannolenci e su questo si tracciava con un pennarello la forma del cartamodello per poi ritagliarlo. Poi si procede con il ritagliare le alte forme che daranno la caratteristica forma dell’animale, come occhi, bocca, etc…

A questo punto ci sono due modi, uno più semplice e immediato, l’altro più lungo. Colla a caldo o cucito.

Una volta deciso il metodo di chiusura si procede con inserire l’imbottitura, nel caso della cucitura, come ho fatto io, Ambra, la mia amica tuttofare, mi ha consigliato di cucire metà animaletto, imbottirlo ben bene e poi chiudere la restante parte.

Questo è il risultato. Non siate troppo severe, d’altronde era la prima volta per me, e sul versante cucito, se guardate, ho fatto qualche pasticcio.

Nel video, spiego tutto il procedimento.

Buon lavoro a tutti!!