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PSICOLOGIA DEL VERDE

Il verde è un colore molto intenso, scaturito dalla mescolanza di blu e giallo, per questo considerato secondario. E’ un colore molto particolare, in grado di donare equilibrio, poiché è il risultato della calma e tranquillità del blu, e dell’energica vitalità irradiante del giallo. E’ indistintamente il colore della vita perché il colore che più di tutti richiama alla natura, alla vegetazione, alla rigogliosità. Essendo così strettamente legato alla natura e alla vita è collegato al concetto di fertilità, di abbondanza, di ricchezza, infatti secondo la filosofia buddista è il colore che più di tutti si lega alla vita, nella sua concezione più profonda.

psicologia del verdeQuesto suo collegamento con la natura, con il ciclo vitale, dona relax e vibrazioni positive, armoniose, in primis serenità. 

Il verde è un colore stabile nel nostro contesto, per questo capace di infondere sensazioni positive di libertà, perseveranza, costanza, tenacia, forza, stabilità, ma allo stesso tempo rinnovamento, crescita, radicamento e tante sfumature emotive legate al senso della vita.

Come il blu è il colore che infonde calma e pace, infatti è usato per aiutare a ridurre stress e ansia.

Stimola la lucidità e il pensiero logico. Può stimolare anche la memoria e l’autocontrollo.

GLI AMANTI DEL VERDE

camaleonte verdeGli amanti del verde amano la tranquillità e la stabilità. Sono solitamente persone fiere e attente, attratte da uno stile di vita a contatto con la natura,  poiché ricercano le vibrazioni del verde nella vegetazione che dona loro pace e rilassamento. Circondarsi di colori che possono dare effetti positivi a livello di sensazioni e di emozioni, vuol dire promuovere il nostro benessere psichico.

Il colore verde, così come il blu,  influenza in maniera positiva il sistema nervoso, calmandolo. Inoltre pare che abbia effetti benefici sul metabolismo, sull’apparato respiratorio e persino sull’insonnia.E’ un colore che aiuta a ritrovare un giusto equilibrio.

MARKETING E VERDE

Nel marketing è ovviamente molto usato per tutti i prodotti e loghi associati alla natura, alla freschezza, alla salute, alla giovinezza, alla speranza, all’igiene, all’ecologia, all’armonia, alla fortuna, alla prosperità, alla salute, alla lealtà, ma talvolta anche all’invidia, al veleno, agli acidi e alla malattia. Questo colore è in grado di evocare molte sensazioni, tutto ciò che è legato al mondo eco e bio, all’ambiente,  per questo è molto usato nel campo della cosmesi, in quello farmaceutico e del wellness.

Sembra che sia un colore che concili l’appetito, perciò consigliabile per le pareti della cucina o nei ristoranti. Essendo anche un colore antistress, è usato nella meditazione, insieme al blu. E’ un colore che dona sicurezza, mettendo a proprio agio, può essere indicato nei luoghi professionali, negli studi medici, nei luoghi adibiti alla salute mentale.

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Psicologia del Giallo

Il giallo è il colore del sole, della luce in ogni sua forma, da quella naturale a quella artificiale. Luce è anche sinonimo di energia, perciò questo colore ha dentro di se una forte spinta energetica e vitale. Essendo il colore associato alla luce, è capace di irradiare e portare molta luminosità negli ambienti. E’ uno dei tre colori primari della scala cromatica, insieme al blu e al rosso.

Il giallo ha molti significati, può essere il colore dellottimismo, della gioia, della vivacità, un colore in grado di stimolare apertura mentale, un colore energico, che accoglie una qualche voglia di sperimentazione. Una sorta di reattività forte quella del giallo, che può essere paragonata a quella del rosso, anche se in maniera più leggera. E’ molto legato al rosso, come spinta all’azione, ma ha una levatura più alta più intellettuale rispetto al rosso, che è il colore delle passioni. Il giallo è il colore dell’energia che è capace di irradiarsi in ogni direzione. Un colore raggiante, che si lega anche al concetto di vitalità, forza energetica e creatrice. Può essere il colore dei creativi, degli artisti, di coloro che amano esprimersi e manifestare la loro forma artistica, anche in maniera audace.

Elisa Sergi gialloE’ il colore legato all’espansione, alla ricerca del nuovo, alla liberazione da schemi limitanti, nuove sfide e stimoli. Emana leggerezza, estroversione, crescita, vivacità e cambiamento. Può incentivare sentimenti di autonomia, indipendenza vede mencipazioni. Usato da coloro che amano scoprire nuovi orizzonti e che sono sempre in cerca di nuove avventure e nuovi stimoli o nuove sfide da vincere. Il giallo è un colore che spinge alla creazione di nuovi concetti, di nuove idee, rappresenta il futuro, e le aspettative positive.

Un cromia che porta all’apertura, all’estroversione, ma visto all’estremo, può anche stancare la vista. Portato all’estremo può disturbare, nella maniera in cui diventa troppo forte da contenere la sua forte luce, che si libera in ogni direzione, confusamente, un po’ come quando si consuma energia, facendo tante cose, non avendo ben chiari i nostri obiettivi. E’ il colore della dispersione. Nell’antica Grecia coloro che erano considerati e stigmatizzati, loro malgrado, come matti, erano obbligati a vestire di giallo. E’ stato un colore legato alla malattia, anche ai tempi della peste Inoltre, in epoca più recente, il colore giallo era usato quando si voleva avvertire della presenza di malati e appestati, veniva affissa un bandiera gialla. Quindi potremmo dire che questo colore è stato legato al concetto di malattia e di psicopatologia per molto tempo.

GLI AMANTI DEL GIALLO

Gli amanti del giallo sono persone estroverse che non hanno paura dei cambiamenti e delle novità che la vita propone loro. Sono persone tendenzialmente positive, e fortemente dotate di una fervente fantasia e immaginazione.  Sono creativi, artisti, pensiamo a Van Gogh.

Ogni colore agisce su differenti aspetti della nostra personalità e sulle nostre attitudini mentali. In questi specifico caso il giallo, facilita sia l’estroversione che la capacità di concentrazione. Essendo un colore molto dinamico  è spesso preferito da coloro che amano cambiare, evolvere e scoprire nuovi orizzonti.

Essendo il colore della vitalità, è indicato per coloro che presentano disturbi dell’umore, come ad esempio depressione, poiché le sue tonalità stimolano una sorta di rigenerazione, promuovendo gioia e buon umore. Utile in ambito scolastico e professionale poiché in grado di favorire la concentrazione in attività intellettuali.

Al tempo stesso il giallo è un colore che può essere contraddittorio, infatti può contenere al suo interno molti significati e non solamente positivi. Da sempre indica la gelosi, il tradimento, l’irrequietezza e la ribellione. In molti infatti non lo detestano, rifuggendo tutto ciò che rappresenta questo colore.

MARKETING E GIALLO

Questo colore nel marketing è molto usato. Indica chiarezza e ottimismo, ma va anche considerato che è uno tra i colori che stanca maggiormente, perciò è consigliabile usarlo con cautela.

E’ molto usato, per i marchi commerciali, così come il rosso, induce all’azione, ed è in grado di stimolare l’appetito. Per tale ragione è strategicamente impiegato nei loghi di ristorazione o che riguardano alimenti. È consigliabile nelle cucine perché induce il senso di fame.

Indicato anche quando si tratta di loghi dedicati allo studio, alla scuola e all’attività lavorativa, specie quella che riguarda la creatività.

Elisa Sergi gialloSconsigliato per gli ambienti nei quali si desidera dormire, calmarsi, riposare, in quanto propenso all’eccitamento e alla veglia. Non concilierebbe il sonno, infatti alcuni studi hanno dimostrato che le tonalità di giallo intenso stimolano il pianto nei bambini.

E voi amate il Giallo ? Con quale tonalità vi piace di più?
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PSICOLOGIA DEL BLU

Continua il mio viaggio attraverso la Psicologia del colore, stavolta è il turno del Blu e delle sue mille declinazioni di tonalità che vanno dal blu scuro, al blu elettrico, all’azzurro, al turchese per poi finire con il celeste.

Da sempre il colore blu simboleggia la tranquillità, la calma e l’equilibrio. Questo colore è in grado di generare in chi lo osserva, in chi lo indossa un generale senso di quiete. Un colore agli antipodi del rosso, che come abbiamo detto è un colore che ha una forte reattività, che induce all’azione, a volte anche alla compulsione. Il blu invece, al contrario, ha una grande capacità di rilassare mente e corpo, favorendo un senso di relax, aiutando anche ad allontanare l’ansia.

Il Blu è considerato un colore freddo, in grado di rafforzare l’intuito, raffreddando gli istinti passionali a favore di sentimenti più profondi ed emozioni più elaborate.

Le mille tonalità di blu, azzurro, celeste, turchese,  sono i colori della natura, del mare del cielo, dell’acqua. Acqua come elemento che nutre, disseta e purifica. Il blu è il colore della pace, del silenzio, della tranquillità, ma anche della conoscenza, dell’intelligenza e persino della creatività.

Questo colore si declina in  mille sfumature psicologiche, che vanno dalla calma, al distacco, all’introspezione, alla concentrazione, al sogno ma anche alla rimuginazione, alla freddezza, fino anche alla tristezza, non a caso il termine blues è associato a stati depressivi, o comunque di tristezza  o umore basso.

INFLUENZA DEL BLU

Un colore legato anche ad una forte spiritualità, alla contemplazione, alla meditazione, collegato anche all’idea  di inconscio e dell’infinito, si è visto come sia capace di incentivare le emissioni delle onde alfa del nostro cervello.

Il blu e le sue sfumature hanno proprietà calmanti, diminuiscono i battiti cardiaci, e  il ritmo respiratorio,  stimolando il sistema parasimpatico. Il colore ideale per coloro che soffrono di  di ansia, tachicardia, palpitazioni e nervosismo. Un colore che distende, perfetto in caso di stress, irritabilità e grande attivazione.
Attenua l’agitazione infatti è usato nei contesti dove si vuole indurre un certo stato di calma e tranquillità, come ad esempio nelle cliniche adibite alla salute mentale. Lo stesso effetto è identico anche negli animali, infatti spesso gli ambulatori veterinari sono di colore celeste. In una stanza con le tonalità del blu la sensibilità al freddo aumenta, e si placa l’appetito.

Indicato per le pareti della camera poiché concilia il sonno e la concentrazione, per questo è adatto anche per coloro che studiano.

GLI AMANTI DEL BLU

Questo colore è in grado di mettere d’accordo tutti,  è in assoluto il colore prediletto da ambo i sessi, che come sappiamo hanno statisticamente gusti diversi. Possiamo pensare al blu come ad un colore superpartes. Generalmente chi ama questo colore, è attratto dalla sua capacità di rilassare e trovare equilibrio.  Gli amanti del blu, non sono molto impulsivi, ma al contrario prediligono un comportamento calibrato e riflessivo. Tendenzialmente sono in contrapposizione con le persone istintive, coloro che ade esempio sono amanti del rosso,  che potrebbero essere troppo focosi, irascibili, vivaci, litigiosi e che potrebbero turbare il loro equilibrio.

Elisa Sergi bluI blu addicted sono persone pacifiche che cercano di scansare i conflitti, ricercando pace e armonia. Amano dedicarsi alla meditazione e alla profonda introspezione di sé, sono persone profonde, serene, e tendenzialmente equilibrate, fuggono dal tran tran e dal frastuono della vita frenetica. Onesti, tendenzialmente fedeli, empatici e sensibili all’umore altrui. Nostalgici, amano la compagnia di persone non combattive.

Sono persone tendenzialmente educate, gentili, dolci, romantiche, semplici e sensibili. Sono amanti della natura e quindi degli animali ma anche dei bambini. Sono persone genuine, che amano dedicarsi agli altri, sono cordiali, molto riflessivi, a volte anche introversi e attratti dal misticismo e dai misteri. Un compagno fedele, comprensivo, tollerante, non geloso, sia in amicizia sia in amore, dedito soprattutto ad attività intellettuali.

Coloro che amano il celeste, le tinte pastello tenderebbero all’ introversione e a una certa chiusura.

Viceversa solitamente chi non ama il blu, potrebbe essere una persona ansiosa, malinconica, con tratti depressivi. Questo colore indurrebbe e amplificherebbe, sensazioni che la persona avrebbe già dentro di sé.
In eccesso infatti, il blu potrebbe rendere passivi e inclini ad umore depresso.

BLU NEL MARKETING

Nella storia il blu ha significati diversi. Per gli Egizi era  il colore degli Dei, per i cinesi il colore legato all’immortalità e nella religione cattolica, è associato alla Madonna. In assoluto, insieme al rosso, è molto usato per fini di marketing. Il blu è un colore produttivo, non invasivo, che dona una sensazione di sicurezza e fiducia. E’ associato all’affidabilità, alla lealtà, all’armonia, alla fedeltà, alla simpatia, al soprannaturale, ma anche ai viaggi, perché ricorda il mare e gli orizzonti lontani, tipici delle destinazioni da sogno.

social
Pensiamo ai tanti loghi di colore blu. Questo colore è legato al simbolo della pace, pensiamo all’ONU e dall’UNESCO. Usato anche per svariate tematiche sociali, come il telefono azzurro, l’AIRC, la Fondazione Umberto Veronesi, tutti loghi che prediligono l’azzurro, il celeste o il blu.

Blu è anche il colore convenzionale del web, pensiamo anche al social network più usato al mondo, Facebook. Non solo, tale colore è usato anche nel mondo della finanza, poiché spesso associato all’intelligenza, alla precisione e all’affidabilità.

Tiffany ha creato, e poi brevettato, una sua tonalità di blu, mischiandolo con il verde, dando origine alla famosa tinta Blu Tiffany, famosa in tutto il mondo e legando indissolubilmente questo colore a tale marchio. 

Questo è un colore che placa la fame, perciò scansato per i loghi riguardanti alimenti o ristorazione.

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La psicologia del colore indaga la nostre reazioni agli stimoli cromatici. L’influenza che ha su di noi un determinato colore, piuttosto che un altro. E questo è strategico nelle nostre scelte di tutti i giorni.

Iniziamo il nostro viaggio all’interno dei colori, con quello che io reputo in assoluto il colore più forte di tutta la scala cromatica. O almeno quello che a me scatena una reazione potente, perché come ben sapete la componente soggettiva è molto importante. Sto parlando di uno dei colori primari per eccellenza, ovvero il Rosso!

IL ROSSO

Uno tra i colori primari insieme al blu e al giallo. Da sempre è considerato il re dei colori caldi, anche se in realtà come ormai sappiamo, la differenziazione caldo/freddo può facilmente  essere applicata ad ogni  colore. Il rosso caldo infatti è associato a tonalità tipo il rosso corallo, il rosso papavero, che è il risultato di rosso associato a toni del giallo, con sfumature quasi aranciate. Viceversa il rosso freddo contiene tracce di blu, il cosiddetto rosso ciliegia, rosso bordeaux.
Non esiste un concetto unico di rosso, ma tante sfumature a seconda delle sue tonalità… Essere attratti da una tonalità rispetto all’altra può essere indicativa delle nostre emozioni, di come ci sentiamo, e soprattutto di quello che vorremmo esprimere.

rosso capelliIl Rosso da sempre è un colore dinamico e seducente, associato al potere, all’eccitamento, alla passione, al coinvolgimento amoroso, e soprattutto al sesso, infatti basti pensare la dicitura: “film a luci rosse”.  Questo colore è in grado di smuovere sentimenti di forte  trasporto ed è capace di risvegliare il nostro lato più aggressivo. Un colore che ha uno stimolo accentuato, cattura la scena, simboleggia l’azione, l’avventura, l’energia, usato anche per segnalare pericolo o divieti, insomma è un colore molto versatile. Il rosso è il colore del sangue, connesso inevitabilmente a simboli che riportano alla vita. Il rosso è legato in bene e in male a tutta una serie di significati, che, chi si occupa di psicologia del marketing conosce molto bene. E’ il colore che più di tutti, è usato anche per fini commerciali.  Attira in modo preponderante l’attenzione, è un colore che crea una sensazione di urgenza. Il rosso è associato all’azione, all’istintualità, al bisogno, pensate ai loghi di colore rosso. Molti brand alimentari, sono contraddistinti da questo colore, perché stimola diverse aree tra le quali anche l’appetito, infatti è legato a doppio filo con l’istintualità, una sorta di determinismo emotivo. Il rosso perciò è sia il colore della passione, sia il colore dell’odio, del tormento, della perversione, dell’inferno, del fuoco, e del diavolo, legato con la violenza, l’aggressività, la rabbia, il peccato, il vizio  e la compulsione.

Quello che cambia è come noi lo percepiamo, quello che ci trasmette, e come lo associamo alle varie emozioni.
Il colore quindi è un vissuto psichico, che racchiude particolari simboli. I nostri colori preferiti, possono cambiare da periodo a periodo, e quelli dei quali amiamo circondarci, ci suggeriscono tutta una serie di sensazioni. Per questo è importante interrogarsi su quale sia il significato che i diversi colori possono avere nella nostra vita.

Indispensabile capire che uno stesso colore può avere significati diversi, positivi, negativi, persino opposti, tutto a seconda dell’ambito e della situazione psicologica del momento.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, ad esempio è stato riscontrato che il rosso è un colore detestato da persone che hanno in qualche modo subito una certa forma di violenza. Parlando di aspetti postivi, è stato riscontrato che sia utile in caso di tristezza e depressione, perché capace di risollevare l’umore. Indossare o essere semplicemente esposti a questo colore, infatti può indurre ad una reattività positiva  aumentata.

vestito rosso Elisa SergiLe persone che scelgono di indossare il rosso denotano un carattere deciso, una certa voglia di indipendenza, autonomia, desiderio di osare, emancipazione e forte determinazione.

Capire le varie sensazioni scaturite dai colori può aiutare, guidandoci a scegliere in maniera consapevole tutti quei colori che ci donano vibrazioni positive, e stati di benessere, allontanando quelli che non sono positivi per noi. Ogni colore ha una particolare frequenza, ma questa è vissuta in maniera completamente diversa da individuo a individuo. Essere consapevoli di tutto questo significa, scegliere i nostri acquisti, con un grado di consapevolezza in più. Dai vestiti, al make-up, agli accessori, agli oggetti, persino alla roba da mangiare.

E voi amate il rosso? Che sensazioni vi trasmette?

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➡    Colore: percezione individuale
Colori caldi e colori freddi 
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COLORE: PERCEZIONE INDIVIDUALE

La psicologia del colore indaga sulla percezione, sulle sensazioni e sulle emozioni che i colori hanno su di noi. 
I colori influenzano il nostro stato psichico, perciò avere una maggiore consapevolezza di quelli che sono i nostri stati emotivi associati a determinate nuance, può essere rilevante e fare la differenza.
Questo al fine di poter scegliere con cura e consapevolmente tutti i colori che ruotano intorno alla nostra vita, a partire da quello che indossiamo, dalle pareti della nostra abitazione, ai colori del nostro make up, ai colori dei gli oggetti che scegliamo, per noi stessi, per gli altri.
Le sensazioni e le emozioni che ci trasmettono possono essere molte, sia positive sia negative.
Ognuno di noi ha le proprie preferenze, simpatie, inclinazioni verso particolari nuances. 
Le emozioni associate al colore sono sensibili alla nostra personalità
Quello che è sicuro è che la percezione del colore è soggettiva, dipende dalle nostre esperienze individuali. La percezione di quello che vediamo  è frutto dell’elaborazione del nostro cervello, varia da individuo a individuo è in grado di generare reazioni emotive anche molto differenti tra loro. La cosa importante è capire quelle che sono le nostre emozioni associate ad ogni colore, così da potersi contornare di quelli che sono i colori positivi per noi, accantonando quelli che ci scatenano sensazioni negative. psicologia del colore Elisa SergiLa percezione di un colore dipende dalle mille esperienze di nostra vita e dal contesto socio-culturale nel quale siamo immersi. E’ visione è sensibile alle tante variabili che l’individuo sperimenta nella sua vita. Educazione impartita, esperienze infantili, gusti personali, differenze culturali, ricordi particolarmente toccanti legati a specifiche emozioni. Tutto questo e molto altro ancora, plasma, modifica e altera la percezione del colore sul nostro inconscio.

COLORI CALDI E COLORI FREDDI

La Psicologia del colore è importante perché numerose ricerche hanno scoperto che quando gli esseri umani sono esposti a vari colori, il cervello risponde in maniera differente, e nel nostro corpo avvengono cambiamenti fisiologici. I colori infatti possono stimolare diverse reazioni come ad esempio, eccitamento e rilassamento, perfino creare una sensazione di calore o di freddo e indurre o ridurre l’appetito.

I colori si dividono in colori caldi e colori freddi. ogni colore ha numerose tonalità che vanno dai colori più tenui, pastello, a quelli più scuri e vivaci.

Solitamente sappiamo che i colori caldi sono in grado di stimolare energicamente la nostra emotività, mentre i colori freddi al contrario, calmerebbero e rilasserebbero, anche se le sensazioni sono molto soggettive. Storicamente è risaputo che i colori caldi come il rosso, il giallo e l’arancione sono in grado di trasmettere e stimolare sensazioni positive ma allo stesso tempo racchiudono anche caratttersitiche quali irruenza e decisione. Viceversa i colori freddi come  il blu, il verde possono trasmettere rilassamento e tranquillità, ma anche freddezza e distacco.

Però ci sono delle linee guida, che possono generalizzare alcuni concetti, ma stiamo ben attenti a non incasellare tutto in dogmi preimpostati, sterili e paralizzanti. Non dimentichiamoci che la percezione di ogni colore, così come ogni altra cosa, è del tutto soggettiva, e dipendente dalle nostre inclinazioni personali, i nostri gusti, le preferenze che abbiamo.

psicologia del colore Elisa SergiDate un’occhiata al vostro armadio, guardate che colori ci sono al suo interno. Ogni giorno, nello scegliere un capo, piuttosto che l’altro, diamo anche inconsciamente la preferenza al colore che più ci fa sentire a nostro agio, che non necessariamente è quello che amiamo di più.

MARKETING e COLORE 

Nel marketing la scelta del colore è di vitale importanza. Pensate ai loghi, e a quello che questi evocano. I colori scelti, non sono certamente lasciati al caso, anzi, essi sono in grado di influenzare e rinforzare la percezione delle caratteristiche di un brand.

Le preferenze dei colori possono cambiare da uomo a donna. In linea di massima il sesso maschile predilige i colori più sgargianti, più vivaci, più energici e più scuri, mentre il sesso femminile predilige solitamente colori tenui e chiari. Da numerosi studi è emerso che il blu sia il colore prediletto da entrambi i sessi. Il viola sarebbe molto amato dalle donne, non dagli uomini.

Un altro aspetto che spesso trascuriamo ma che è parimenti importante è il nome del colore. Siamo più attratti da nomi accattivanti che descrivono qualcosa piuttosto che il nome del colore stesso. I nomi di fantasia associati al colore hanno molta più attrattiva. Anche nella moda scegliere un nome di un colore può fare la differenza, accattivare di più e conseguentemente vendere maggiormente. Idem nel settore alimentare.

Marketing a parte, i colori da sempre evocano diverse sensazioni e molte emozioni associate a tante variabili della nostra esistenza. Quello che possono rappresentare per uno, può non rappresentare per l’altro.

Nel mio prossimo articolo esplorerò i colori e il loro variegato e meraviglioso caleidoscopio emotivo.

Venite con me in questo viaggio magico e meraviglioso, alla scoperta di quelli che sono i colori e i loro simboli associati. Fatemi sapere quali sono i vostri colori del cuore, e quali invece detestate. 

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➡    La situazione attuale: quarantena  
➡    Isolamento
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➡    Evitamento
➡    Possibili vie d'uscita

La situazione attuale: quarantena

La situazione attuale mi porta ad una serie di riflessioni, cosa ci sta succedendo emotivamente?  Quali sono e soprattutto quali saranno gli effetti a lungo termine di questa quarantena.

Siamo in una situazione straordinaria, una situazione pandemica, in cui la paura del contagio è alle stelle, poiché rappresenta un vero e proprio pericolo. L’isolamento forzato ha scaturito tutta una serie di dinamiche negative, tra le quali la diffidenza reciproca, che porta ad un conseguente evitamento.

La diffidenza quindi è giusta in questo momento, diffidenza indotta da un meccanismo di salvaguardia per noi stessi e per il prossimo. Purtroppo nei processi di salvaguardia naturale, fanno da padrone gli istinti primordiali, con una sottomissione della componente logico-razionale-deduttiva. Il distanziamento sociale in questo caso è giusto e sacrosanto, ma come tutte le cose non va sottovalutato, perché il rischio è che ci faccia cadere in quella che potrebbe diventare una fobia sociale.

Distanti oggi per essere vicini domani…ma quando? Questo è lo slogan, che continuano a passare. Si parla di fase 1, fase 2, ma ancora non sappiamo quando realmente potremmo tornare ad abbracciarsi.
Indipendentemente da tutto, la domanda che mi faccio è questa: “Ma un domani, cessato l’allarme, finito lo stato d’emergenza, avremmo veramente voglia di riabbracciarsi? Saremmo davvero spensierati, come prima, nello stare insieme, nell’avere contatti sociali, nell’avere contatti fisici? Oppure avremmo qualche remora, risultante da questa situazione di isolamento e diffidenza?

Ecco io sono un’ottimista di natura, ma credo che la risposta sia no! Non sarà così facile, né scontato, né semplice, mandare via questa diffidenza appresa per ragioni di vita o di morte. Del resto parliamo di un’emozione e per quanto la nostra razionalità sia strutturata, l’emozione è più forte… si può fare tanto, ma non tutto!

Elisa Sergi isolamentoSono 3 i concetti che in questo momento vorrei analizzare

ISOLAMENTO  DIFFIDENZA  EVITAMENTO

ISOLAMENTO

L’ Isolamento è attualmente una condizione necessaria, obbligata, straordinaria, preventiva, alla quale non siamo abituati. Una condizione che ci mette a dura prova, che pur escogitando e tirando fuori tutte le strategie di fronteggiamento, sicuramente qualcosa smuove dentro. Una convivenza forzata, con le mura domestiche, con i nostri cari, con la nostra solitudine. Qualcuno mi ha paragonato la nostra situazione a quella dei monaci tibetani, che in solitudine vivono di più e meglio, ma la loro è una scelta, la nostra no! E soprattutto non hanno limitazioni nel raggiungere nessun luogo, non rischiano il contagio, noi si. Come si può ben capire, il paragone è fuori luogo. Uno studio che ho trovato sul sito della Fondazione Veronesi, sugli effetti dell’isolamento forzato, dimostrerebbe che questa solitudine forzata, può scatenare comportamenti anomali come ansia e aggressività. Leggi l’articolo qui.

DIFFIDENZA 

Questo isolamento da quarantena ci scatena molte emozioni, sentimenti anche contrasti. Ringraziando di avere la salute, tutto ciò in primis ci porta ad avere molta distanza sociale, (ci viene chiesto e giustamente imposto) ma tutto questo non pensate che non avrà ripercussioni a livello emotivo. Le emozioni in ballo sono molte, ma un concetto mi colpisce particolarmente, è la diffidenza. L’eccesso di diffidenza, a prescindere dalla causa, è sempre disfunzionale e negativo. La diffidenza ci porta a stare alla larga dalle situazioni, precludendosi molte opportunità di scambio e arricchimento. Inoltre la diffidenza rallenterebbe lo sviluppo psichico, allontanando occasioni e altre perone.

Un esempio concreto. Quando usciamo a fare la spesa, e siamo in fila per entrare, tutti, e dico tutti ci guardiamo, ci scrutiamo, stando attenti giustamente a mantenere la distanza di sicurezza. Ma è una sensazione più profonda, più intima, siamo diffidenti l’uno dall’altro. C’è una sorta di distanza emotiva l’uno dall’altro, è una sensazione crescente e sempre più radicata, come effetto collaterale di questa pandemia. La diffidenza è la mancanza di fiducia conseguente a timore o sospetto d’inganno. In questo caso direi la paura che il prossimo ci possa contagiare in primis, ma anche una sorta di mancanza di fiducia legata alla paura che l’altro non prenda le adeguate misure di sicurezza in grado di preservare la propria e soprattutto l’altrui salute.
L’eccesso di diffidenza implica sempre l’ansia da controllo.

EVITAMENTO

La diffiednza ci porta all’ evitamento. L’evitamento è uno dei meccanismi di difesa, più semplice e più immediato. Sappiamo benissimo cos’è, cosa rappresenta e cosa ci porta a fare, ovvero semplicemente ad evitare.
L’evitamento è alla base di diverse psicopatologie  e del mantenimento di credenze disfunzionali (convinzioni errate sul rischio).
Pur essendo un’ottimista di natura, mi sento di affermare molto serenamente che sarà molto difficile tronare alla spensieratezza di prima nei rapporti sociali, nella relazione fisica con le altre persone.
Sarà complicato una volta finito tutto questo, tornare alla situazione iniziale, sicuramente ci saranno diversi postumi.

POSSIBILI SOLUZIONI

Bisognerà imparare pian piano a tornare ad una socialità, consapevole, cercando di accantonare la diffidenza che ha portato all’evitamento (giusto e sacrosanto) che ci ha permesso di mantenere e preservare la salute individuale e collettiva. 

Qualche difficoltà iniziale sarà necessariamente all’ordine del giorno, saremo leggermente destabilizzati dal ritorno ad una socialità fatta di contatto fisico. Credo che si tratterà di un fare lento e costante che rispetti i tempi individuali.

Dovremo riabituarci a metterci in gioco, a partecipare, ad assumerci anche il rischio che sarà normale passarsi un banale raffreddore o un innocuo virus, come chi ha figli all’asilo già sa. Un passo alla volta e forse ritroveremo la spensieratezza la gioia e leggerezza, che adesso abbiamo inevitabilmente perso.

Qualche consiglio pratico potrebbe essere praticare del rilassamento, perticare yoga, mindfulness, pratiche di training autogeno. Prendersi del tempo libero per svagarsi e concentrarsi sulle sole attività, per quanto possibile, che ci piacciono e ci gratificano. Ci sono altre strategie utili, che possono essere efficaci a seconda delle diverse personalità.

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Dopo aver elencato, nel precedente articolo i 10 punti su come poter affrontare nella maniera migliore la quarantena, vorrei approfondirne uno in particolare, il primo, come DORMIRE BENE.

A questo punto, senza dilungarmi troppo, vengo subito al punto, elencando qualche utile e consiglio per un riposo il più possibile efficace, perché la salute passa anche e soprattutto dal sonno. Curare la qualità del nostro riposo notturno può fare la differenza per il nostro benessere psicofisico.
Ecco alcune semplici strategie, che il più delle volte dimentichiamo di mettere in atto, nonostante la loro semplicità. Se queste non funzionassero e l’ insonnia dovesse perdurare, consultate un medico per assicurarvi che non ci siano disturbi del sonno o altre condizioni cliniche.

Elisa Sergi dormire beneTOP 10
RIPOSO EFFICACE

1. GESTIONE EFFICACE DELLO STRESS
Prima di gestire lo stress dobbiamo imparare a conoscerlo, per questo è necessario capire quali sono le fonti di stress e qual è la nostra reazioni a tali eventi. Ho scritto un articolo sullo stress (leggi qui).
Una volta capito cos’è lo stress, le tecniche per gestirlo possono essere diverse a seconda delle vostre personali inclinazioni. Una delle mie tecniche preferite è il rilassamento tramite la meditazione.

2. LIMITARE L’USO DI CAFFEINA
Il caffè è un piacere, ma il suo abuso, stimola in maniera eccessiva il nostro corpo. Assumere troppi caffè,  può incidere sui disturbi del sonno. Un buon consiglio è limitare l’assunzione di caffè specialmente nel pomeriggio e soprattutto evitarlo la sera.

3. CREA UNA ROUTINE DEL SONNO
Fare la stessa cosa ogni sera permette di “allenare” corpo e mente a rilassarsi mentre apprende una risposta condizionata per abbandonarsi al riposo. Questa routine dovrebbe iniziare un’oretta prima di andare a dormire. Sarebbe l’ideale ripetere questa routine tutti i giorni, anche se nella realtà, specie con figli, questo diventa alquanto complicato, se non addirittura impossibile.

4. A LETTO PRESTO
Andare a letto presto la sera e svegliarsi con calma la mattina, dimenticando la sveglia, questa sarebbe una buona regola. Per chi lo può fare in questo momento, approfittate della quarantena e seguite queste indicazioni. Andando a letto presto, la mattina non avremo bisogno della sveglia, ci sveglieremo presto naturalmente.

5. SPEGNI TUTTI GLI SCHERMI
Almeno 1 ora prima di andare a dormire, il consiglio è di spengere tutto, computer, tablet, telefono, c’è chi dice anche TV, comunque se proprio quella non volete spegnerla, almeno fatelo con gli altri dispositivi. E’ stato dimostrato infatti che la luce dei monitor è capace di interrompere la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. La cosa migliore di tutte, sarebbe avvicendarsi al sonno, grazie ad un buon libro, un grande classico, ma sempre efficace.

6. LIMITARE L’ ALCOL E FUMO
Consumare alcol non è una buona abitudine, personalmente io non amo nessun tipo di vino, perciò non ne faccio neanche un uso sporadico a tavola. Molte persone usano l’alcool per rilassarsi, il problema è che l’alcol può compromettere la fase REM del sonno , che è essenziale per un riposo ottimale. Fumare, ormai è risaputo, è una pratica che nuoce gravemente alla nostra salute, abbassa le difese immunitarie e provoca tumori e altre gravi patologie, perciò, fatevi un favore, smettete, senza neanche diminuire. La vostra salute ne gioverà sicuramente.

7. STIMOLARE LA MELATONINA
La melatonina è l’ormone responsabile del ciclo sonno-veglia. Il nostro corpo produce naturalmente melatonina quando inizia a fare buio. Ma la vita moderna ha creato molte interruzioni a questo ciclo, che si tratti di luci artificiali come le lapadine o di luci blu di tutti i nostri device. Ci sono modi naturali per aumentare la melatonina, come ad esempio le mandorle, l’avena, il mais, il riso integrale, pomodori, ravanelli, cipolla, asparagi, cavoli, arance, mele, ciliegie, noci, banane e ananas.

8. AMBIENTE CALMO E TRANQUILLO
Il posto dove dormiamo, la camera da letto dovrebbe essere il più confortevole possibile. L’ambiente dovrebbe essere il più possibile buio, se così non fosse, aiutiamoci con le mascherine per gli occhi. Anche la temperatura è importante e dovrebbe essere di qualche grado meno, rispetto al resto della casa, poiché si riposa meglio in presenza di basse temperature. Ad alcune persone, piace il silenzio totale e ad altri il rumore di sottofondo, ma qualunque sia la preferenza, creare una stanza il più possibile confortevole è l’ideale.

9. SOGNARE COME TERAPIA
Il sogno è il linguaggio del nostro inconscio, i contenuti che liberiamo nel sogno sono elaborazioni di ciò che ci succede emotivamente dentro di noi durante il giorno. Per questo sono importanti i sogni, perciò ricordarli, scriverli e interpretarli può essere un ausilio per cercare di capire qualcosa in più sulle nostre emozioni e sul nostro stato psichico.

10. INFINE … RELAX
I consigli sopracitati sono importanti a tratti fondamentali ma se non si allontanato le tensioni accumulate, tutti questi accorgimenti funzioneranno ben poco. Occorre arrivare la sera, il più possibile rilassati, o comunque fare qualcosa per rilassarsi. Non occorrono grandi gesti, potremmo iniziare dalle piccole cose, come ad esempio una tazza di camomilla, una pratica meditativa, un po ‘di stretching, una preghiera o un buon libro.

Numerose ricerche secientifiche rivelano come siamo una popolazione che non dorme  abbastanza.  La privazione del sonno porta a diverse conseguenze negative, a lungo andare anche a qualche patologia. Perdere sonno vuol dire conseguentemente perdere concentrazione, produttività, creatività e chiarezza mentale.

Il periodo è delicato, molto difficile, svegliarsi ogni giorno con cattive notizie, mentre si cerca di gestire la routine in isolamento non favorisce un buon riposo. Per quelli di voi che sono già privati ​​del sonno dalla solita routine quotidiana, ora è il momento di concentrarsi davvero sulla costruzione di buone abitudini, perché dormire bene favorisce il buon umore e costruisce il nostro sistema immunitario. L’ American Academy of Sleep Medicine suggerisce che sono necessarie almeno sette ore di sonno per un benessere ottimale. In condizioni contrarie, quindi non avere un riposo qualitativamente quantitativamente adeguato è associato a esiti negativi  come ipertensione, ictus, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e psicopatologie.

La situazione legata all’emergenza pandemia COVID-19 non durerà per sempre, ma un buon riposo è un requisito costante per una salute ottimale, per relazioni sane e per prestazioni lavorative efficaci.

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TOP 10
benessere in quarantena

Elisa Sergi psicologa10 consigli, dieci strategie, dieci buone prassi da seguire in quarantena al fine di mantenere un buon equilibrio psicofisico!

  1. DORMIRE BENE: cercare di mantenere o anche migliorare la qualità del sonno. Cercate di andare a letto ad un’ora decente e non mettendo la sveglia (chi può). Se la sera andiamo a dormire presto, non ci sarà bisogno della sveglia al mattino dopo, ci sveglieremo naturalmente presto. Provare per credere!
  2. ALIMENTARSI BENE: bene, non vuol dire tanto, bene vuol dire in una maniera sana, il più possibile (si lo so, fare dolci e poi mangiarli è anti-stress…e io adoroooo) ma non è una sana abitudine…Cerchiamo quindi di stare più possibile alla larga dagli zuccheri ( torte, biscotti home made, nutelle varie, uova di pasqua…etc etc… la lista è lunghissima ;-).
  3. CURARE LA PROPRIA PERSONA: non vi dico di truccarvi sempre, anche se c’è qualcuno che me lo suggerirebbe, ma se non altro vestirsi sempre, evitando di stare sempre in pigiama e mantenere buone routine inerenti al proprio corpo.
  4. FARE MOVIMENTO: per quanto possibile, fare le scale, fare un giro nel cortile, andare dove vi è concesso, e farlo attivando i muscoli. Se abitate in pochi mq non preoccupatevi, auricolari alle orecchie e musica sparata, possibilmente in 8D (meravigliosa scoperta che ho fatto da poco) e via di passi di danza…scatenetevi. Chiudete gli occhi e pensate di essere al tramonto, in una spiaggia a ballare al Jova beach party.
  5. PROGETTUALITA’ E INCOMBENZE: immaginarsi in attività, viaggi o situazioni post COVID-19, fa benissimo! Inoltre attuare tutte quelle cose, quelle incombenze, come ad esempio pulire la cantina, riordinare l’armadio, che puntualmente non facciamo per mancanza di tempo e voglia. Vi assicuro che sarete soddisfatti e gratificati, una volta svolti questi piccoli ma fastidiosi compiti.
  6. CAFFE’ E ALTRI STIMOLANTI: meglio assumerne meno possibile, la mattina consentito liberamente, diciamo anche a pranzo, ma nel pomeriggio e specialmente la sera meglio di no, potrebbe stimolarvi inutilmente, tanto poi non potete uscire, quindi inutile rimanere svegli.
  7. NO ALCOL E STOP FUMO: Ora più che mai è necessario abbandonare queste abitudini scorrette. Anche il vino, attenzione all’abuso casalingo! Sono sostanze che abbassano fortemente le difese immunitarie. Per quanto riguarda il fumo, meglio smettere fin da subito.
  8. LA COMPAGNIA: Si alla socialità se siete soli, quindi avanti con i social, si alle videochat. Se avete il problema opposto e siete in famiglia, cercate di tagliarvi degli spazi anche per voi stessi. Se potete, fate l’amore spesso, distende i nervi, allieta, stimola ormoni deputati al nostro benessere e rafforza il sistema immunitario. Nessuna controindicazione a tale pratica!
  9. SPEGNI LO SCHERMO: che sia del computer o del telefonino, ogni tanto prendi una pausa, specialmente prima di addormentarti. Questo perché hanno studiato che la luce dei monitor interrompe la produzione di melatonina, l’ormone necessario deputato al ciclo sonno-veglia.
  10. ACCOGLIERE LA NEGATIVITA’: E’ benefico accogliere i nostri stati negativi, la tristezza, la rabbia, la malinconia, la nostalgia, il malcontento, ogni forma di malessere è del tutto sana e va accolta, non va rifuggire o rinnegata, sennò tornerà più prepotentemente di prima e non vi lascerà facilmente.

Questi sono i miei 10 punti, riassunti anche in un video IGTV Instagram all’interno della mia rubrica, PSICOPUB! qui il link per vederlo. 

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E voi avete qualcun altro spunto da consigliarmi? Vi aspetto qui sotto nei commenti.

➡    Cos'è la Resilienza
➡    Chi sono le perone con Resilienza 
➡    Caratteristiche della Resilienza
➡    Top 5 sviluppo Resilienza

Cos’ è la Resilienza

Elisa Sergi resilienzaIn questo periodo di emergenza da Coronavirus, si parla spesso di resilienza, a volta anche  impropriamente, perciò facciamo chiarezza e analizziamo nel dettaglio questo costrutto a livello psicologico.

Per resilienza si intende capacità di fronteggiare in maniera attiva e positiva agli eventi catastrofici che capitano nel corso della vita. Un adattamento alle avversità, una sorta di autoriparazione e riorganizzazione nonostante la difficoltà. La capacità di di rigenerarsi rimanendo sensibili a opportunità, non alienando l’ identità.

Reslieinza si usa anche in ambito delle scienze tecniche, fisiche. Alcuni elementi, quelli resilienti, sono chiamati così proprio perché in grado di riacquistare o mantenere la propria struttura originaria dopo aver subito un trauma o un qualche danneggiamento.

In biologia e in ecologia, si indica la capacità di un sistema di tornare ad un certo stato di equilibrio successivamente  un evento sconvolgente.

La resilienza è  la capacità di autoripararsi dopo un danno di qualsiasi tipo, facendo fronte, resistendo, o costruendo e riuscendo ad organizzare positivamente le situazioni in seguito a eventi negativi perturbanti.

Chi sono le persone con Resilienza

Elisa Sergi resilienzaLe persone resilienti sono coloro che in circostanze non proprio piacevoli per usare un eufemismo, fronteggiano, anche inaspettatamente, le avversità che gli si pongono davanti nonostante le contrarietà del destino. Coloro che sono dotati di resilienza sono capaci di alzarsi dopo una caduta e di infondere nuovo slancio, alla propria vita, raggiungendo anche mete ambiziose.

Va precisato che la persona resiliente non è esente dal provare difficoltà o stress, è solo che queste situazioni vengono affrontate in un modo costruttivo.

Resilienza non vuol dire unicamente opporsi alle pressioni ambientali, ma indica una tendenza ad andare avanti nonostante tutto, crisi, catastrofi, traumi, forti delusioni, ricostruendo e a volte riformando nuovi percorsi della propria vita. Essere resilienti infatti non vuol dire essere invincibili e imperturbabili alle situazioni, questo non esiste neanche nei film, ma attuare determinate strategie che possono essere innate o apprese per fronteggiare al meglio gli eventi negativi che si frappongono nella nostra vita.

La resilienza ha un circolo virtuoso che si autoalimenta, infatti più la persona è resiliente più sarà in grado in futuro di riapplicare quelle strategie di resilienza che l’hanno portato a superare i momenti di crisi. L’esperienza di riuscita informa l’individuo di essere forte e capace di farcela.

Innata o appresa, è senza dubbio importante affrontare questo concetto e svilupparlo al meglio con le strategie che abbiamo a disposizione.

Caratteristiche della Resilienza

Chi sono le persone relsilienti? che caratteristiche presentano? Sono quasi sempre individui dotati di ottimismo, creativi, flessibili che non hanno difficoltà a lavorare in equipe e apprendono velocemente gli aspetti positivi della vita. Essere resilienti significa modificare i propri atteggiamenti per adattarsi in maniera funzionale all’ambiente. Resilienza come funzione psichica capace di modellare i vissuti le esperienze e gli aspetti non propriamente piacevoli in copioni da riorientare in altro modo.

Le caratteristiche di tali persone:

  1. Alte strategie di Coping
  2. una buona dose di impegno,  tendenza a svolgere diverse attività:
  3. Locus of control interno, ovvero convinzione di poter dominare le situazioni che si presentano, senza essere in bali di queste
  4. Gusto per le sfide, predisposizione ad accettare di buon grado i diversi e spesso difficili cambiamenti, vivendoli con positività.

Questi fattori, come si capisce bene, sono tutti legati ad una buona consapevolezza di sé, quindi possono essere appresi coltivati e incoraggiati.

Resilienza non significa non provare alcuna difficoltà nel corso della propria vita, ma avere le risorse per fronteggiare le catastrofi senza farsi sopraffare da queste. Non vuol dire non fallire mai, ma rialzarsi dopo una caduta, anche brutta e pesante. Sbagliare ma ritentare.

Top 5 sviluppo Resilienza

Elisa Sergi resilienza

  1. Autostima. La considerazione che abbiamo di noi stessi, se alta è un fattore di sviluppo e protettivo per la persona. La persona resiliente ha una buona o alta autostima.
  2. Ottimismo. Saper cogliere il lato buono nelle situazioni, è fondamentale caratteristica individuale per promuove un benessere personale, preservando da disagio e sofferenza psicofisica. L’ ottimista infatti ha la tendenza a sminuire i momenti negativi mantenendo lucidità per scoprire le diverse soluzioni
  3. Hardiness psicologica (robustezza). Concetto che al suo interno conta altre tre caratteristiche, ovvero: Locus of control, impegno e sfida.  Costrutti già descritti precedentemente.
  4. Emozioni positive, cogliere aspetti positivi invece che quelli negativi.
  5. Supporto sociale, una positiva presenza di altre persone, disponibili ad un ascolto attivo, ad una comprensione e soprattutto all’empatia.
  6. La resilienza è una caratteristica psichica che si trasforma e varia nel tempo, in base a molte caratteristiche tra le quali il vissuto personale e l’interpretazione che diamo a questo. Sono risorse personali che possono essere ampliate e sviluppate nel tempo.

E tu in una scala da 1 a 10, quanto sei Resiliente?

➡    Coronavirus in Italia
➡    Il Ministero della Salute cosa dice
➡    Psicosi 
➡    Nevrosi
➡    Ipocondria e Patofobia

CORONAVIRUS IN ITALIA

Elisa Sergi coronavirusIl Coronavirus è una nuova forma influenzale, abbastanza pesante, ma raramente letale. Vi ricordo che i numeri di morti lo scorso anno per influenza degenerata in condizioni cliniche fatali sono stati per 8 milioni di malati, 8 mila decessi. Quindi sì, di influenza si può anche morire, e questo è sempre accaduto, senza farsi inondare dalla psicosi di massa. Ma chi sono i soggetti più a rischio? Ovviamente tutti i soggetti immunodepressi e coloro che sono già in condizioni di salute precaria e ovviamente gli anziani. Stanno aumentando i contagi e stimano che aumenteranno ancora, ma ciò non deve spaventare, i sintomi, in persone “sane” sono quelli di una comune influenza, che può degenerare solo se la persona è clinicamente predisposta e in particolari condizioni, o se è anziana. In più, per quanto possano cercare il paziente zero, a mio avviso è impossibile che lo trovino. Sarebbe più utile, andare ad analizzare le situazioni cliniche delle persone decedute, così da avere un quadro clinico chiaro di quella che è realmente la situazione. Il numero di contagiati dovrebbe essere intorno ai 229, con attualmente 7 decessi, ad oggi tutte persone anziane in condizioni cliniche già compromesse precedentemente.
L’ Italia è il terzo paese al mondo per contagi, dopo Cina e Corea del Sud. Gli esperti stimano che questo triste primato sia attribuibile al serrato controllo sanitario presente nel nostro paese.

IL MINISTERO DELLA SALUTE

 Facciamo chiarezza ecco un estrapolato dal sito: www.salute.gov.it

Che cos’è un Coronavirus?

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS). I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.

Cosa è la COVID-19?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Elisa Sergi coronavirus
Quali sono i sintomi di una persona infetta da un Coronavirus?

Dipende dal virus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Quanto è pericoloso il nuovo virus?

Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale.

Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache.

Qual è la differenza tra i sintomi dell’influenza, di un raffreddore comune e del nuovo Coronavirus?

I sintomi sono simili e consistono in tosse, febbre, raffreddore. Sono tuttavia causati da virus differenti, pertanto, in caso di sospetto di Coronavirus, è necessario effettuare esami di laboratorio per confermare la diagnosi.

Come si diffonde il nuovo Coronavirus?

Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso. È importante perciò che le persone ammalate applichino misure di igiene quali starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche.

Fonte: www.salute.gov.it

PSICOSI 

Attenzione a non farsi prendere dalla psicosi! Negli ultimi giorni stiamo assistendo, nostro malgrado a fenomeni alquanto eccessivi e estremi. La chiamano la “psicosi da Coronavirus”, una serie di atteggiamenti volti a scongiurare il terrore di contrarre la malattia. Una specie di ansia generalizzata, a tratti delirante, da qui l’appellativo di psicosi, che porta a mettere in atto una serie di comportamenti del tutto fuori luogo e inutili, se non controproducenti e amplificatori di una situazione delicata. La mia tranquillità in tal senso ormai è risaputa, l’ho ampiamente manifestato nelle mie piattaforme social, Instagram in primis. Perciò ho sentito l’esigenza di scrivere questo articolo, per approfondire a livello psicologico quelle che sono, e che potrebbero essere le ripercussioni collettive ed individuali di tale fenomeno.
Penso che siamo difronte ad una situazione esasperata, sfuggita di mano, fuori controllo, una classica ambientazione holliwoodiana da film.
Questo è il mio pensiero e lo espongo tranquillamente, senza tante maschere.

Ma cosa é oggettivamente una PSICOSI?

Questa parola racchiude al suo interno tutte quelle sintomatologie psichiatriche, sindromi e patologie, nelle quali il senso di realtà è alterato e fortemente compromesso. Le persone psicotiche mancano di consapevolezza, conoscenza di sé, auto-analisi, insomma tutto quello che in psicologia viene identificato con il termine insight.

I disturbi psicotici più comuni sono identificabili nella Schizofrenia, nel disturbo delirante, disturbo schizofreniforme, disturbo schizoaffettivo, disturbo psicotico breve e altre sindromi nelle quali il senso di realtà è completamente alterato. Sono condizioni cliniche gravi, nelle quali è consigliabile affidarsi alla psicofarmacologia in concomitanza con sedute psicoterapiche.
Per tale ragione, non userei tanto alla leggera questo termine associato al Coronavirus.

NEVROSI

Elisa Sergi coronavirusLa Nevrosi invece è un termine che sta ad indicare tutti i disturbi psicopatologici provocati da disagio e da emotività alterata, che risultano dannosi e creano grandi disagi e disfunzioni, su più aree della vita di una persona. La Nevrosi è caratterizzata da una serie di sintomi quali forte sofferenza psicologica, conflitti personali, contestuali o interpersonali. L’ansia è forse la forma nevrotica più riconosciuta e diffusa insieme alla depressione, benché quest’ultima possa anche abbracciare alcune caratteristiche psicotiche a seconda dei casi.

Tutti siamo nevrotici sotto soglia, la differenza non è la qualità dei sintomi provati, (la qualità è la stessa!!)  bensì la quantità di disagio/impedimento che proviamo. Ognuno di noi, come è naturale che sia, manifesta le proprie paure, i propri timori, le proprie ansie, in maniera differente e variabile.
Tutto questo è assolutamente presente nella natura umana, sono normali caratteristiche psicologiche legate alla nostra personalità. Questa naturale inclinazione verso qualche aspetto psicopatologico può sfociare in nevrosi e quindi in patologia, quando il disagio e la difficoltà sperimentate dall’individuo vanno oltre una soglia accettabile. In questo caso c’è bisogno di aiuto.

Ecco secondo me, tornando al Coronavirus, qui siamo più difronte ad una nevrosi, e non ad una psicosi, in quanto il rischio di contrarre la malattia in questo caso c’è davvero, e la presenza del virus è reale. Ma a mio avviso è tutto amplificato ed esasperato.
Sì, stiamo assistendo ad una nevrosi collettiva, una nevrosi di massa, capace di smuovere nelle persone sentimenti di ansia, di forte preoccupazione e di stress, che fa compiere loro determinate azioni, la più banale, quella a cui stiamo assistendo in queste ore, quella di svuotare i supermercati.

IPOCONDRIA E PATOFOBIA

Questa situazione sta provocando nella popolazione una sempre maggiore tensione, con caratteristiche fobiche, ossessive, persino psicosomatiche. Tutto questo ovviamente ha le sue conseguenze collettive e individuali.
Sentimenti, sensazioni, emozioni dannose al nostro benessere, che a lungo andare possono causare forte stress e ripercussioni sulla salute.

Tale dilagante ansia collettiva, sta prendendo diversi aspetti legati a varie nevrosi, tra le quali, quella ossessivo-compulsiva, il disturbo di panico, l’ansia generalizzarata, le fobie e anche i disturbi somatoformi.

Ci sono due aspetti importanti che mi sento di sottolineare che sono la possibile insorgenza o presenza di patofobia e ipocondria. Entrambi sono sotto lo spettro dei disturbi somatoformi.
I disturbi somatoformi, riguardano una percezione alterata dei livelli di normale oscillazione delle preoccupazioni verso il proprio corpo, in grado di causare disagio psicologico fino ad arrivare anche a disadattamento sociale.

  • Ipocondria: convinzione di avere una malattia in base ad una personale interpretazione di sintomi fisici. Continua ricerca di cure mediche. La preoccupazione persiste dopo esami clinici e conseguenti rassicurazione mediche. Per fare diagnosi di ipocondria i sintomi dovrebbero manifestarsi per almeno 6 mesi. Nell’ipocondria non sono presenti sintomi deliranti. In questa psicopatologia c’è un’alta comorbilità, ovvero compresenza, di altri disturbi dello spettro ansioso e depressivo.
  • Patofobia: o nosofobia è l’infondata e persistente condizione di essere affetti da una malattia specifica, in questo caso dal Coronavirus. Anche qui la paura permane anche con rassicurazioni mediche adeguate e analisi specifiche. I sintomi tendono a manifestarsi in forma di attacchi acuti piuttosto che preoccupazioni croniche e costanti, come nel caso dell’Ipocondria. Sono frequenti gli attacchi di panico associati a tale condizione. La paura di quella specifica malattia rimane costante e non varia nel tempo.

In persone predisposte, potrebbe insorgere tali sindromi, anche se per fare diagnosi, in entrambi i casi,  occorrerebbero 6 mesi di durata dei sintomi, perciò ad oggi è impossibile fare una diagnosi certa in tal senso.
L’augurio è ovviamente quello che tutto si risolva quanto prima e che questa nevrosi, scatenata anche da una sovraesposizione mediatica, rientri e si torni alla normalità.