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Ogni anno il 25 settembre, si celebra la Giornata Mondiale dei Sogni. In questa data, da ogni parte del globo si onora questo importante concetto: “Il SOGNO”.
Tale ricorrenza è stata ideata da un’educatrice statunitense, Ozioma Egwuonwu, che giustamente crede nel magico potere dei sogni, a tal punto da promuoverne la celebrazione mondiale.

L’obiettivo di tale celebrazione vuole essere quello di far capire a tutti l’aspetto fondamentale di credere in se stessi, coltivando i desideri, anche sacrificandosi pur di vederli esauditi. Nella costanza, pazienza e perseveranza di coltivare  i propri sogni si ha una disciplina così potente che al raggiungimento di tali obiettivi, ci regalerà gratificazione e soddisfazione.

L’impegno costante porta al risultato e il risultato porta alla gioia.

Con il termine SOGNO si ha due chiavi interpretative. La prima riguarda ciò che mettiamo in scena ogni notte nella nostra testa, e la seconda riguarda quelle che sono le nostre aspirazioni, i nostri desideri e volontà più intime, ciò che vorremmo si realizzasse.

I sogni notturni sono il nostro complesso astratto e bizzarro universo parallelo alla realtà quotidiana di tutti i giorni.

Credo molto nel potere dei Sogni, sono così appassionata all’argomento da aver dedicato all’argomento un intero scritto, un libro che tratta di questo. Il Magico Potere dei Sogni e la loro interpretazione, è questo il titolo del mio libro, che ho realizzato in un difficile momento della mia vita.

Eccone un breve estratto:

Esplorato da migliaia di anni

 

Sin dai tempi più antichi l’uomo è alla ricerca del “senso della vita”. Filosofi, studiosi, scienziati, saggi fino a noi più moderni psicologi cerchiamo di intravedere, scorgere  e scoprire il nostro personale punto di vista sul significato di questa nostra esistenza.

E’ un argomento così vasto, così possibile di sfumature e interpretazioni che spesso si rischia di cadere nella banalità dei concetti. E con molta probabilità lo faro anche io, in questo mio umile articolo.

Ma la cosa  che mi ha spinto ha scrivere qui il mio pensiero su questo tema è il mio stato d’animo, da tempo molto inquieto nei confronti della vita stessa. In questa epoca della mia esistenza si stanno susseguendo tanti cambiamenti, anche molto radicali che mi portano a elaborare tantissime (sicuramente troppe) riflessioni su cosa e come lo voglio.

Elisa Sergi psicologa

Bisogni e desideri sono mutati, anzi sono in evoluzione e in un processo che non si arresta di maturazione. Quelle che un tempo erano salde certezze, adesso sono solo punti di vista del tutto opinabili, persino da me che ne ero la prima fautrice. Perciò tornando al nostro argomento sul senso dalla vita, posso azzardare che la riposta assolutamente soggettiva può essa stessa cambiare nell’arco dell’esistenza della persona. Famiglia, lavoro, amore, socialità,  dipende a cosa siamo più legati, a cosa diamo più importanza, a quali sono i condizionamenti che (ahinoi) ci portiamo dietro fin dall’infanzia.

Per quanto riguarda la qualità della nostra vita, dobbiamo fare un passo indietro e capire dettagliatamente qual è il rapporto con noi stessi, con gli altri e con il mondo. Da questi aspetti si può stabilire l’entità qualitativa che noi forniamo per avere la nostra personale rappresentazione della realtà. Tutto dipende dai filtri con i quali vediamo noi stessi, le altre persone e il mondo in generale.

E allora tornando al “senso della Vita” che ricordo essere stato anche un programma tv, con un buon seguito, beh, devo dire che essendo una visione assolutamente soggettiva, per me sono questi i cardini da cui partire:

– Le mie Bambine, Celeste e Stella, che amo follemente

-La mia Famiglia d’origine, che nonostante la sua complessità e talvolta anche disfunzionalità è al mio fianco, supportandomi e sopportandomi con molta fierezza.

-Il mio lavoro, che ho scelto come missione di vita, cambiandolo in corso d’opera (da giornalista a psicologa) aiutare gli altri, soprattutto le donne, preziosi e complessi esseri (perdonatemi la vena  femminista) troppo a lungo sottovalutate.

-Relazioni sane e costruttive, che apportino valore e benessere reciproco, che siano d’amicizia o amore ma che rispettino assolutamente il basilare principio di LIBERTA’ personale.

E invece per TE qual è il senso della Vita?

Oggi 19 marzo 2024 è come ogni anno la festa del papà.

Sappiamo ormai quanto siano importanti i modelli genitoriali nel costruirsi una propria identità e nel rapportarsi agli altri. Per noi donne, la figura paterna rappresenta il primo modello maschile, una figura importante, che senza dubbio influenza in maniera diretta o indiretta le nostre scelte di partner futuri e soprattutto la visione del mondo maschile in generale.

La figura paterna è importante perché si pone come “altro” necessario per ampliare gli orizzonti al bambino, facendolo evolvere dal rapporto simbiotico madre-figlio. In questo orizzonte il bambino inizia a scoprire il mondo con la sicurezza delle figure genitoriali al fianco. Per tali ragioni la qualità della relazione genitoriale è fondamentale per lo sviluppo dei figli.

Il rapporto che sussiste tra i genitori è importante per interiorizzare il modello di relazione che viene ovviamente appresa, infatti secondo numerosi studi, in presenza di un padre che ha un comportamento positivo e sereno con la madre (che si sente a suo agio, amata e rispettata), le figlie femmine svilupperanno sicuramente una  maggiore probabilità di manifestare una visione positiva del maschile e conseguentemente avere rapporti sentimentali distesi e funzionali.

Nel passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza si struttura la figura del padre sempre di più. Con le nuove esperienze con l’altro sesso si sperimentano gli schemi conosciuti, ovvero quello che abbiamo conosciuto fin da piccoli tra i nostri genitori. L’adolescenza poi è una fase molto delicata, poiché investe dei cambiamenti importanti,  da un punto di vista psico-fisico con mutamenti ormonali non indifferenti. In questo periodo la figura paterna funzionale deve essere in grado di accogliere e di educare con autorevolezza verso le regole, che devono comunque sia avere un certo margine di flessibilità. Un padre dunque presente, ma senza eccessi che sfociano in possessività e morbosità.

La figura paterna influenza positivamente o negativamente la visone che noi donne avremo da adulte del mondo maschile e questo è inevitabile. Avere avuto un buon modello di paterno di riferimento è predittivo di buoni e sani rapporti di coppia in cui la donna possa sentirsi a proprio agio con l’uomo che avrà a fianco.

Viceversa bambine che hanno avuto un cattivo rapporto con il padre, o che hanno visto una dinamica disfunzionale tra i genitori avranno più probabilità di incorrere in relazioni non soddisfacenti e lesive a lungo andare. Modalità negative vissute nell’infanzia e nell’adolescenza possono essere predisponenti verso future relazioni dannose.

Modelli paterni

In letteratura ho trovato un articolo interessante su Psychology Today, effettuato da alcuni studiosi di Harvard che classificano i modelli paterni come segue:

  • Padre autorevole 
    Autorevole non vuol dire autoritario, nell’autorevolezza ci sono le giuste regole, ferme ma applicate con saggezza e flessibilità. In questo caso il padre è anche affettuoso e rispondente alle necessità psicofisiche dei figli. La figlia riuscirà meglio a ingaggiare rapporti sereni, facendo rispettare i propri confini senza sopraffare o venire sopraffatta.
  • Padre permissivo
    Un padre permissivo e eccessivamente coinvolto emotivamente, e che magari si è fatto scavalcare non ponendo le giuste basi gerarchiche,  non è un modello  sano, poiché la figlia da adulta potrebbe ricercare uomini in grado di sottomettersi e pretendere le attenzioni del partner in maniera esasperata e non serena.
  • Padre distaccato
    Un padre assente, freddo, distaccato pone le basi per la ricerca di un compagno che rispecchi queste caratteristiche di anaffettività che ha posto in essere con la figlia. Viceversa la figlia potrebbe ricercare un partner che sia l’eccesso opposto ovvero possessivo e eccessivamente attaccato.

La conclusione di una relazione è qualcosa che porta con sé una  grande dose di sofferenza, scaturita dalla mancanza e dalla nuova condizione dovuta alla perdita della persona. Un nuovo assetto dunque che la persona si trova a sperimentare, una rinnovata  solitudine del tutto simile ad un lutto.

Chi non ha mai provato la tristezza, lo sconforto, l’avvilimento dopo la fine di un rapporto amoroso? Un turbinio emotivo caratterizzato da disagio e malinconia. Un panorama di emozioni che ricordano e che spesso coincidono con le medesime che si sperimentano per l’elaborazione di un lutto, ovvero la negazione o il rifiuto, la rabbia, la contrattazione o il patteggiamento, un umore tendente al basso, che non mi piace definire depressione  e infine l’accettazione.

Queste fasi sono state descritte e elaborate dalla Dottoressa  Elizabeth Kübler Ross,  psichiatra svizzera

  • Rifiuto e negazione
  • Rabbia
  • Patteggiamento o contrattazione
  • Depressione (umore basso)
  • Accettazione.

Sono step che ogni persona attraversa soggettivamente a seconda delle proprie caratteristiche personali.

Rifiuto e Negazione

Questa è il primo passaggio in cui l’individuo rifiuta di accettare la realtà dei fatti. Rappresenta un meccanismo di difesa che comporta una serie di atteggiamenti legati alla negazione di ciò che è successo.  Le emozioni conseguenti possono essere molteplici, tra le quali: ansia, confusione, malinconia, nostalgia e paura. Il tempo di tale fase ovviamente è variabile da persona a persona.

Rabbia

Il secondo step è quello della rabbia, l’emozione che più di tutte motiva all’azione, facendoci compiere eroori talvolta anche gravi. Questa emozione a volte distruttiva e dannosa, può essere rivolta sia verso colui o colei che abbiamo perso, sia verso sé stessi, gli altri o  il destino in generale.

Contrattazione o patteggiamento 

In tale fase la persona tenta di riappropriarsi della propria vita, sforzandosi di riprendere le proprie abitudini o crearne di nuove, magari più funzionali al proprio benessere. Riemergere dagli abissi, cercare di riprendere una boccata di ossigeno, sperimentando cose nuove, anche se il percorso è ancora in salita.

Depressione

Il termine depressione è una vera e propria diagnosi, che per essere usato ha bisogno di precisi criteri, perciò personalmente preferisco sempre parlare di umore basso. Forte e intensa disperazione, vuoto emotivo e tanta tanta tristezza. ciò che si prova è un dolore lancinante e continuo, una mancanza di interesse per la vita in generale e le attività consuete, turbamenti nel sonno e carenza di appetito. sono frequenti i picchi di ossessività e pensiero rimuginante relativo al passato, frequente anche il senso di colpa.

Solitamente è in questa fase che noi psicologi riceviamo maggiormente richieste di aiuto dalle persone. Ogni persona è diversa, è un mondo a se stante, ed elabora il lutto a proprio modo con le soggettive caratteristiche di personalità, non c’è un percorso univoco né standard. Il percorso psicologico è utilissimo per comprendere ed esplorare ciò che ci sta succedendo, trovando nuove risorse per andare avanti.

Accettazione

Finalmente in questa fase si comincia a delineare un nuovo assetto emotivo, dato anche dalla rassegnazione. Questo non vuol dire cessare di soffrire, o poter cancellare come con un colpo di spugna la persona che si è perso, purtroppo questo no. In questa fase si riconosce che ciò che è successo ormai è successo e che la perdita, così come la morte è una parte fondamentale e inequivocabile della vita. E’ un processo lento ma pian piano la consapevolezza e l’accettazione arrivano sempre.

Anche in tale fase le emozioni naturalmente si alternano in maniera intermittente e a seconda delle caratteristiche individuali della persona. E’ qui che si inizia a intravedere qualche momento di apparente serenità, che mette le basi per un ritorno “alla vita”, sperimentando nuovi metodi per convivere con il dolore della perdita.

Possono venire in nostro aiuto, in questa fase, come in ogni altra fase precedente, le sane abitudini, come l’esercizio fisico, una dieta salutare e coltivare relazioni sane ed equilibrate.

Sono lieta di invitarvi alla presentazione del mio libro: “Il Magico Potere dei Sogni e la loro Interpretazione” edito EPC editore.

L’evento si svolgerà a Firenze al Conventino Caffé Letterario, in via Giano della Bella n. 20 alle ore 18:00 a Firenze.

Ci sarà la possibilità di acquistare il libro, di farmelo firmare e di intervenire durante la presentazione.

Vi aspetto numerosi!Ci vediamo martedì 20!

Anche questo anno torna a grande richiesta PsicoAgenda, ormai giunta alla sua 3° edizione.

Una grafica tutta nuova e molto “pinky” per questa nuova edizione dedicata al 2024.

Sempre presente la nutrita parte  del diario emotivo, ovvero le pagine destinate alle nostre emozioni e a tutti i nostri vissuti interni, con la presenza dell’utile strumento di consapevolezza, la ruota delle emozioni.

psicoagenda 2024

 

 

 

 

 

 

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psicoagenda 2024PsicoAgenda si riconferma, anche grazie ai vostri numerosi feedback come un utile  ausilio per il benessere quotidiano, grazie ad un planner strategico che è l’agenda settimanale e grazie alle pagine per liberare e sfogare ciò che abbiamo dentro.  Del resto la scrittura è una forma terapeutica da sempre utilizzata da diversi terapeuti.

Il costo di PsicoAgenda è di 25 euro.

Buon nuovo anno con la vostra PsicoAgenda 2024

 

IL MIO LIBRO

Finalmente posso presentarvi la mia nuova creatura: “Il Magico Potere dei Sogni e la loro Interpretazione” edito EPC Editore.

Libro Sogni
“Il Magico Potere dei Sogni e la loro Interpretazione”

Uno libro che parla di SOGNI, di quel magico mondo dell’onirico che tanto ci affascina e che è tanto misterioso.
Una moderna interpretazione secondo la mia personalissima chiave di lettura, i simboli più ricorrenti  da Freud all’esperienza concreta vissuta in prima persona.

Questo mio lavoro è sicuramente dedicato a tutte le amanti dei sogni e della psicologia che guardano con interesse e desiderio verso una maggiore e profonda consapevolezza di loro stesse.
Il mio obiettivo è quello di instillare quella potente scintilla della curiosità, in grado di muovere verso scoperte sorprendenti e inaspettate, addentrandosi, per quanto possibile in quel misterioso luogo chiamato inconscio, oscuro e relegato nella parte più intima di ognuno di noi.
La grande sfida è la comprensione dei contenuti emersi in sogno, per delineare meglio tratti della personalità e della situazione psicologica del momento.

Libro Sogni
I Sogni…

Sogno, parola che da sempre evoca emozioni contrastanti e che racchiude duplice significato. I sogni sono quelli nel cassetto, desideri e progetti ancora inespressi che aspettano solo il coraggio di essere portati alla luce. Ma non solo. I sogni sono soprattutto le nostre immagini oniriche che mettiamo in scena durante la notte quando dormiamo. Contenuti astratti e bizzarri che si presentano a noi sotto sembianze incredibili, meravigliose, sconcertanti e terribili.
Il mondo dei sogni, inequivocabilmente è luogo sconosciuto e incontaminato, da sempre croce e delizia di ogni professionista psi. Territorio ancestrale dove l’unica regola è capire che non ci sono regole, nessuna logica e nessun controllo. Tutto può succedere, ed è giusto e sacrosanto che accada. Ogni contenuto, anche il più orrido è benefico e terapeutico. 

Addentriamoci allora nel magico mondo dei sogni e della loro interpretazione. Ne usciremo assolutamente arricchiti. 

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Il Bagno di realtà è quel momento illuminante in cui ti arriva quasi come una doccia fredda, o un tuffo in acqua gelida, una botta di consapevolezza tutta insieme.

Il bagno di realtà può avvenire dopo un’ attenta riflessione, un’approfondita analisi dei fatti, o anche improvvisamente con  un lampo di genio fulmineo e istantaneo. Una rivelazione. Può essere autoindotta o eteroindotta, ovvero può provenire da noi o può esserci rivelata da terzi, il più delle volte da persone non coinvolte emotivamente. I migliori bagni di realtà, sono quelli che avvengono dalla psicologo. Come si manifesta questo fenomeno, dipende da situazione a situazione, ma quando arriva, è spiazzante nella sua forza e nella sua chiarezza.

Tutto ci appare più nitido. Razionalmente siamo più consapevoli della situazione e possiamo cercare di gestirla in una maniera più adattiva. Il fatto di avere più consapevolezza, può aiutarci a ristabilire un certo grado di controllo della situazione e a donarci sollievo. Non è scontato, ma senza consapevolezza non possiamo procedere verso il nostro cammino improntato al benessere.

“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”

…e così mettere in pratica i buoni propositi scaturiti da questo bagno di realtà non è sempre semplice. Si è vero le cose ci appaiono più chiare, ma non per questo è banale mettere in atto un comportamento “corretto” corrispondente. Le cose non sono semplici, quasi mai.

Metafore e analogie con il mare per me sono all’ordine del giorno, come si evince leggendo queste righe. Amo il mare e come sempre mi offre mille spunti di riflessione.  Tra l’altro sono stata qualche giorno all’Argentario con la mia famiglia e ho avuto modo di pensare riflettere su diversi fronti.

Vuoi anche tu fare un bagno di realtà? Ti suggerisco questa tecnica:

ESERCIZIO

Ogni tanto fermati e domandati:

“Cosa faccio oggi per il mio benessere?”

Nel tuo piccolo, nel tuo presente, in questo preciso momento, cosa stai facendo per Te?

A volte basta un momento di consapevolezza, un lucido esame di coscienza per avere degli spunti interessanti. Nessuno ti potrà dire quale sia la strada giusta, solo tu, puoi farlo, devi però ascoltarti bene, e anche se lo farai non è detto che sia la direzione corretta.

Vedrai che analizzando le cose che stai facendo per il tuo benessere, ti verrà naturale passare in rassegna anche le cose negative che mirano al tuo malessere. Così, molto naturalmente pian piano, o come un tuono, non tarderà ad arrivare il bagno di realtà.

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immergiti in questo mare blu e fai il tuo bagno di realtà

Post bagno di realtà, cosa puoi fare? Accettare la situazione ora che ne hai la consapevolezza.

Dobbiamo capire che le cose spesso non vanno come noi vorremmo, e anche se abbiamo lottato con tutte le nostre forze, certe cose, certe situazioni, certe perosne, non vanno nella direzione auspicata, sfuggono al nostro controllo, al nostro volere… sfuggono e basta. Amori, amicizie, ogni forma di relazione si basa sulla piena accettazione dell’altro, sulla libertà di andare, venire, tornare, e fuggire.

Vi auguro un sereno bagno di realtà.

Il 21 novembre in collaborazione con la Style Coach Giovanna Vitacca terrò un WEBINAR sulla
PSICOLOGIA DEL COLORE, dal titolo
Colore & Psiche

Tutto intorno a noi è colore

⬇  ISCRIVITI SUBITO  ⬇

Il progetto inizialmente nasceva come workshop in aula, a cui veniva dedicata un’intera giornata. Il Workshop era pensato per essere svolto dal vivo, nel Petit Atelier di Giovanna, ma vista la situazione pandemica generale, italiana, europea, e mondiale, che ci attanaglia come una morsa, abbiamo optato per farlo diventare un WEBINAR. Una vera e propria risorsa che permette di avere un pubblico più ampio, poiché è sul web. E quando la situazione sarà migliorata e finalmente ci potremmo vedere in serenità, lo faremo dal vivo, per l’intera giornata con tutte le sorprese che vi avevo preparato.

COLORE & PSICHE  

Viaggio attraverso la Psicologia del Colore per conoscere il vero potere delle varie tonalità cromatiche 

Come i colori influenzano, condizionano e plasmano la nostra PSICHE. Riconoscere ed essere consapevoli di quali siano le sensazioni, le vibrazioni e le emozioni che ci stimolano

Il colore come elemento terapeutico in grado di influire positivamente sul sistema nervoso, sul nostro umore e quindi su tutto il nostro sistema psicofisico. Le varie nuance influenzano la nostra vita e le nostre relazioni, esserne consapevoli aiuta a vivere bene e a migliorare la nostra qualità di vita, promuovendo un benessere generale.

Il WEBINAR approfondisce e analizza quali siano realmente i colori in grado di infondere benessere e quali, viceversa disagio. Quando l’universo della psicologia incontra il mondo dei colori sorge un vero e proprio arcobaleno di percezioni, un caleidoscopio emotivo, variabile a seconda della diversità individuale e delle caratteristiche di ognuno.

A CHI SI RIVOLGE ?

Webinar Colore e Psiche Elisa Sergi

Il WEBINAR si rivolge a coloro che ambiscono ad avere più consapevolezza dei propri meccanismi psicologici in riferimento ai colori e alle nuance che gravitano intorno alla propria vita. Quali sono i colori in grado di donare benessere e viceversa quelli in grado di destabilizzarci. Ci sono linee guida sui significati ma la soggettività la fa da padrona.

  • Alla scoperta dell’universo dei colori e della sua MAGIA.
  • Le partecipanti faranno un viaggio attraverso la psicologia del colore con aspetti TEORICI e PRATICI relativi alla propria consapevolezza. 
  • L’ OBIETTIVO è che si portino a casa nozioni psicologiche, teoriche ed esperienziali su quello che di positivo e negativo può stimolare il colore a livello individuale. Spunti di riflessione per avere più consapevolezza degli effetti che la scala cromatica esercita sulla nostra vita. Tutto ciò per scegliere i colori in grado di donare benessere, a partire dalle mura domestiche, al make up e alle nuance degli abiti. 
  • I BENEFICI di questo workshop saranno riscontrati nel quotidiano, a partire da una maggiore attenzione su quelle che sono le sensazioni e le emozioni che il colore è in grado di stimolare sulla psiche, dalle relazioni allo stato d’animo percepito. Questo al fine di promuovere un benessere psicofisico e avere un impatto importante sulla qualità di vita personale.

Consapevolezza psicologica e nozioni pratiche

Benefici reali, impattanti sulla propria vita 

Come il colore incide positivamente o negativamente sulla nostra psiche.

Il colore è vita e senza di esso non si vive.

Ciascuno di noi ha i propri colori AMICI e quelli NEMICI.
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